CATECHESI PARROCCHIALE sulla lettera di Papa Francesco : “Desiderio desideravi”:

ULTIMO INCONTRO MERCOLEDI'29 MARZO IN CASA BETANIA


Desiderio desideravi”:

“Ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi,
prima della mia passione” (Lc 22,15). 


Tutta l’umanità trepidi, l’universo intero tremi e il cielo esulti,
quando sull’altare, nella mano del sacerdote,
è presente Cristo, il Figlio del Dio vivo.
O ammirabile altezza e stupenda degnazione!
O umiltà sublime! O sublimità umile,
che il Signore dell’universo, Dio e Figlio di Dio,
si umili a tal punto da nascondersi, per la nostra salvezza,
sotto poca apparenza di pane!
Guardate, fratelli, l’umiltà di Dio,
e aprite davanti a Lui i vostri cuori;
umiliatevi anche voi, perché siate da Lui esaltati.
Nulla, dunque, di voi trattenete per voi,
affinché tutti e per intero vi accolga Colui che tutto a voi si offre.

San Francesco d’Assisi
Lettera a tutto l’Ordine II, 26-29.

PREGHIERA A CONCLUSIONE DELLA LETTERA APOSTOLICA DI PAPA FRANCESCO.



PARROCCHIA DI MACCIO

Per una più piena partecipazione all’Eucarestia

Una breve catechesi offerta al termine delle Messe festive


 la 3^ condivisione e approfondimento comunitario della catechesi sarà: 

mercoledì 1 marzo ore 21 in Casa Betania.




1) accogliere un desiderio del Signore

2) al centro c’è sempre Cristo!

3) liturgia, azione di Dio e dell’uomo

4) bellezza e stupore nella Liturgia

5) crescere con la liturgia

6) i simboli espressi dalla Liturgia

Liturgia è celebrare ciò che Dio ha fatto per noi: ci domandiamo se è azione nostra o è azione di Dio. Sospesi tra lo stupore per il Suo invito e la povertà della nostra risposta, entriamo come in punta di piedi in una realtà che ci oltrepassa.

Nella sua lettera “Desiderio Desideravi” il papa scrive: 

(DD 1) Carissimi fratelli e sorelle, desidero raggiungere tutti per condividere alcune riflessioni sulla Liturgia per contemplare la bellezza e la verità del celebrare cristiano..

(DD 2) Pietro e Giovanni erano stati mandati da Gesù a preparare per poter mangiare la Pasqua, ma, a ben vedere, tutta la creazione, tutta la storia è una grande preparazione di quella Cena. Pietro e gli altri stanno a quella mensa, inconsapevoli eppure necessari: ogni dono per essere tale deve avere qualcuno disposto a riceverlo. In questo caso la sproporzione tra l’immensità del dono e la piccolezza di chi lo riceve, è infinita e non può non sorprenderci

(DD 4) “A quella Cena nessuno si è guadagnato un posto, tutti sono stati invitati, o, meglio, attratti dal desiderio ardente che Gesù ha di mangiare quella Pasqua con loro. Il suo infinito desiderio di ristabilire quella comunione con noi, non si potrà saziare finché ogni uomo non avrà mangiato il suo Corpo e bevuto il suo Sangue: per questo quella stessa Cena sarà resa presente, fino al suo ritorno, nella celebrazione dell’Eucaristia”. 

(DD 5). Ogni nostra comunione al Corpo e al Sangue di Cristo è stata da Lui desiderata in quell’ultima Cena. Il mondo ancora non lo sa, ma tutti sono invitati al banchetto di nozze dell’Agnello (Ap 19,9). Non dovremmo avere nemmeno un attimo di riposo sapendo che ancora non tutti hanno ricevuto l’invito alla Cena o che altri lo hanno dimenticato o smarrito nei sentieri contorti della vita.



Catechesi comunitaria “Desiderio desideravi” (6)


Catechesi comunitaria “Desiderio desideravi” (6)

6^ puntata (fine): Custodire un tesoro: crescere con la Liturgia

· Il testo completo della 6^ catechesi lo trovate nel raccoglitore in fondo alla chiesa.

· La condivisione sulle catechesi sarà mercoledì 1 marzo ore 21 in Casa Betania.

52. Tra i gesti rituali che appartengono a tutta l’assemblea occupa un posto di assoluta importanza il silenzio. Più volte è espressamente prescritto nelle rubriche: tutta la celebrazione eucaristica è immersa nel silenzio che precede il suo inizio e segna ogni istante del suo svolgersi rituale. Infatti è presente nell’atto penitenziale; dopo l’invito alla preghiera chiamata “colletta”; nella liturgia della Parola (prima delle letture, tra le letture e dopo l’omelia); nella preghiera eucaristica; dopo la comunione…  Il silenzio liturgico è il simbolo della presenza e dell’azione dello Spirito Santo che anima tutta l’azione celebrativa, per questo motivo spesso costituisce il culmine di una sequenza rituale. Per questo siamo chiamati a compiere con estrema cura il gesto simbolico del silenzio: in esso lo Spirito ci dà forma.

53. Ogni gesto e ogni parola contiene un’azione precisa che è sempre nuova perché incontra un istante sempre nuovo della nostra vita. Mi spiego con un solo semplice esempio. Ci inginocchiamo per chiedere perdono; per piegare il nostro orgoglio; per consegnare a Dio il nostro pianto; per supplicare un suo intervento; per ringraziarlo di un dono ricevuto: è sempre lo stesso gesto che dice essenzialmente il nostro essere piccoli dinanzi a Dio. Tuttavia, compiuto in momenti diversi del nostro vivere, plasma la nostra interiorità profonda per poi manifestarsi all’esterno nella nostra relazione con Dio e con i fratelli.

58. Quando la prima comunità spezza il pane in obbedienza al comando del Signore, lo fa sotto sguardo di Maria che accompagna i primi passi della Chiesa: “erano perseveranti e concordi nella preghiera, insieme ad alcune donne e a Maria, la madre di Gesù” (At 1,14). La Vergine Madre “sorveglia” i gesti del suo Figlio affidati agli Apostoli. Come ha custodito nel suo grembo, dopo aver accolto le parole dell’angelo Gabriele, il Verbo fatto carne, la Vergine custodisce ancora una volta nel grembo della Chiesa quei gesti che fanno il corpo del Figlio suo. Il presbitero, che in forza del dono ricevuto con il sacramento dell’Ordine ripete quei gesti, è custodito nel grembo della Vergine.