Cattedrale di Como, 25 dicembre 2021
S. Messa nella notte di Natale - Omelia del Vescovo Oscar
In questa notte, come i pastori di Betlemme, siamo attratti da una luce misteriosa, più chiara del giorno, perché risplende su di noi la gloria di Dio, invisibile agli occhi, ma che riscalda i cuori. È la luce di Dio fattosi carne in un umile bambino. Viene a cercarci e ancora una volta si offre alla nostra libertà, come sempre, con molta discrezione.
Noi cerchiamo affannosamente la luce, la luce vera, quella che illumina i nostri interrogativi, le grandi domande ancora irrisolte, a volte solo rimandate per non curanza, spesso per paura di affrontarle. Anche se ci lasciamo abbagliare da luci fioche, da mezze verità, da risposte vaghe, che alla fine ci deludono e ci mortificano, siamo continuamente attratti dalla pienezza della verità, unita all’amore, da Colui che si è proclamato via, verità e vita.
Percorriamo il medesimo cammino che dal campo dei pastori conduce alla grotta di Betlemme, là dove la verità non è un’idea, ma una Persona, che si rivela in pienezza mediante l’Amore. Ognuno di noi ha i suoi tempi e i suoi modi per arrivare alla grotta. Ognuno con i suoi interrogativi e i suoi momenti oscuri, ma Dio ci aspetta, Dio ci accoglie, a tutti si rivela. Dio ricomincia anche con te, se lo vuoi!
In questa notte, nello stupore dei pastori, gli angeli proclamano la grande, gioiosa ed esaltante notizia che vale tutto il Vangelo e lo attraversa. “Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini amati dal Signore“.
La gloria di Dio è l’amore umile e insieme onnipotente, che si ritrae per far posto ad ogni uomo, che egli ama con cuore di padre. Indistintamente, perché figlio, quindi al di là dei suoi meriti e delle sue colpe. Siamo amati perché figli: questa è la novità del vangelo, che sconvolge le nostre relazioni e le determina. Cambia, mediante questa lieta e sconvolgente notizia, il nostro rapporto con Dio, con noi stessi, con gli altri, con il creato. Crolla il nostro mito di onnipotenza o il desiderio di prevalere, di rivaleggiare. Cresce, invece, in ciascuno di noi il primato del dono, il desiderio del servizio, la gioia di vivere non più per noi stessi, ma per Colui che ci ha amato e ha dato tutto se stesso per noi.
“Il Verbo si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi. Venite, adoriamo!”
+ Vescovo Oscar
GLI AUGURI DEL VESCOVO OSCAR:
La Santità del quotidiano. Riflessioni sul presepe
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