Santuario
Santissima Trinità Misericordia
31 DICEMBRE ORE 22
Veglia di Preghiera per la Pace,
s. Rosario
Supplica alla SS. Trinità Misericordia
(FINO A MEZZANOTTE)
Dal :RADIOMESSAGGIO DEL SANTO PADRE GIOVANNI XXIII
IN OCCASIONE DELLA SOLENNITÀ DEL SANTO NATALE, Sabato, 22 dicembre 1962
LA PACE: SOMMO BENE E
SICUREZZE DELLA TRANQUILLITÀ
NEL MONDO
(...) Gloria in excelsis Deo. Verso questa liturgica sublimità si leva innanzi tutto l'inno di Natale. Ed è lo stesso inno della Chiesa Cattolica riunita nel Concilio ed insieme aprentesi come il fiorire di una umanità nuova riconciliata col suo Creatore, e da Cristo Salvatore rigenerata in letizia ed in pace di anime e di popoli.
E colla gloria a Dio negli altissimi cieli, il mistero del Natale di Cristo e della sua commemorazione torna a noi pellegrini quaggiù, come augurio di pace per tutta la terra. In terra pax hominibus bonae voluntatis.
Il vocabolo caelum ricorre con frequenza nei due Testa menti. Ma esso è di gran lunga sorpassato in pagine e pagine dal vocabolo terra. Ora della terra la ricchezza più preziosa e più degna di essere ricordata è la pace. Pax in terra — noi cantiamo infatti cogli angeli di Betlemme — pax in terra hominibus bonae voluntatis.
Fra tutti i beni della vita e della storia: delle anime, delle famiglie e dei popoli, la pace è veramente il più importante e prezioso. La presenza, lo studium pacis, è la sicurezza della tranquillità del mondo. Ad essa però si congiunge come condizione la buona volontà di tutti e di ciascuno, pax hominibus bonae voluntatis, poiché ove questa manchi è vano sperare letizia e benedizione.
Cercare la pace dunque, in ogni tempo: sforzarci di crearla intorno a noi perchè si diffonda nel mondo intero, difenderla da ogni rischio pericoloso e preferirla ad ogni cimento, pur di non offenderla, pur di non comprometterla. Oh! che grande impegno è questo di ogni Papa, di ora e di sempre! Lo sforzo che si accompagna a questi quattro anni del Nostro umile servizio — quale lo intendiamo e lo intenderemo usque in finem — è servizio di Servo dei servi del Signore, che è veramente Dominus et princeps pacis.
Pronunciando e trasmettendo alla radio-televisione queste parole, quanti Ci ascoltano in buona fede e con retta coscienza, Noi pensiamo che vogliano risentire ancora in esse l'eco della Nostra più recente invocazione di pace per l'intesa e la concordia dei popoli, contenuta nel Nostro Radiomessaggio del 25 ottobre scorso: - "la Chiesa non ha nel cuore che la pace e la fraternità tra gli uomini, e lavora, affinché questi obbiettivi si realizzino. Noi ricordiamo a questo proposito i gravi doveri di coloro che hanno la responsabilità del potere.
E aggiungiamo: “Con la mano sulla coscienza, che ascoltino il grido angoscioso che, da tutti i punti della terra, dai bambini innocenti agli anziani, dalle persone alle comunità, sale verso il cielo: Pace! Pace!”. Noi rinnoviamo oggi questa solenne implorazione. Noi supplichiamo tutti i Governanti a non restare sordi a questo grido dell’umanità. Che facciano tutto quello che è in loro potere per salvare la pace. Eviteranno così al mondo gli orrori di una guerra, di cui non si può prevedere quali saranno le terribili conseguenze. Che continuino a trattare, perché questa attitudine leale e aperta è una grande testimonianza per la coscienza di ognuno e davanti alla storia. Promuovere, favorire, accettare i dialoghi, a tutti i livelli e in ogni tempo, è una regola di saggezza e di prudenza che attira la benedizione del cielo e della terra. Che tutti i Nostri figli, che tutti coloro che sono segnati dal sigillo del battesimo e nutriti dalla speranza cristiana, infine che tutti coloro che sono uniti a Noi per la fede in Dio, uniscano le loro preghiere alla Nostra per ottenere dal cielo il dono della pace: di una pace che non sarà vera e duratura se non si baserà sulla giustizia e l’uguaglianza.
Che a tutti gli artigiani di questa pace, a tutti coloro che con cuore sincero lavorano per il vero bene degli uomini, vada la grande benedizione che Noi accordiamo loro con amore al nome di Colui che ha voluto essere chiamato “Principe della Pace” (Is 9,6)."-
Il richiamare questo invito Ci è tanto più caro e gioioso, venerabili Fratelli e diletti figli, poiché segni indubbi di alta comprensione Ci assicurano che non furono parole pronunciate al vento, ma hanno toccato intelligenze e cuori, e vengono dischiudendo nuove prospettive di fraterna confidenza e bagliori di sereni orizzonti di vera pace sociale e internazionale.
Di questi felici orientamenti dell'ordine interno dei popoli e internazionale, anche come semplice svolta per l'avvio di una nuova storia del mondo contemporaneo, è graditissima la constatazione di ciò che il Nostro Radiomessaggio venne a rappresentare, messo in coro armonioso ed esultante colle voci dell'episcopato mondiale della Chiesa Cattolica, inteso in quei giorni qui in Roma ai suoi lavori Conciliari in santa fraternità, sotto l'amabile guida del Successore di S. Pietro, nel tempio suo. È soffio di alta spiritualità evangelica, è fiamma viva di schietto apostolato cattolico, che attua il divino precetto del Signore e lo consacra: Quaerite primum regnum Dei, et iustitiam eius: et haec omnia adiicientur vobis [Matth. 6, 33; Luc. I2, 31].
È naturale che, in questa attesa e poi nell'attività festosa del Natale, prenda rilievo come beneficio della pace cristiana il riferimento alla prosperità dell'ordine domestico e familiare. Questa triplice apparizione di Betlemme e di Nazareth, con i tre personaggi, Gesù, Maria e Giuseppe oh! quale fonte di letizia, di soavità, e di pace.
E quanta profondità nella dottrina del piccolo libro della « Imitazione di Cristo », là dove colorisce la figura « De bono pacifico homine» [Imit. Lib. II, c. 3], del quale è detto che « omnia ad bonum convertit ».
UNIONE PERFETTA DELLE ANIME
ATTRAVERSO LA CHIESA VISIBILE
Unum sint, unum sint! « Che siano tutti una cosa sola, come tu sei in me, o Padre, e io in te, che siano anch'essi una sola cosa in noi: onde creda il mondo che tu mi hai mandato » [Io. 17, 21]. Questa è la spiegazione ultima del miracolo di amore, iniziato a Betlemme, di cui i pastori e i magi furono le primizie: la salvezza di tutte le anime, la loro unione nella fede e nella carità, attraverso la Chiesa visibile da Cristo fondata.
Ut unum sint! È il disegno del Redentore Divino, che dobbiamo attuare, venerabili Fratelli, e resta grave impegno, affidato alla coscienza di ciascuno. Nell'ultimo giorno del giudizio particolare e del giudizio universale sarà chiesto a questa coscienza, non se ha fatto l'unità, ma se per essa ha pregato, lavorato e sofferto; se si è imposta disciplina saggia e prudente, paziente e lungimirante; e se ha dato vigore agli slanci della carità.
Questo palpito del cuore di Cristo deve invitarci a rinnovato proposito di dedizione perchè tra i cattolici resti saldissimo l'amore e la testimonianza verso la prima nota della Chiesa; e perchè nel vasto orizzonte delle denominazioni cristiane ed oltre si compia quella unità, verso cui sale l'aspirazione dei cuori retti e generosi.
TENEREZZA DEL SALUTO
ED AUGURIO PATERNO
AGLI INDIVIDUI
E ALLE FAMIGLIE
Venerabili Fratelli e diletti figli.
... il Nostro cuore si apre a voi con trepidazione paterna. Questo del 1962 vuol essere un Natale di più intima e raccolta gioia e pace dello spirito per tutta l'umana società, e specialmente per il suo fondamento, che è la famiglia; vuol essere un Natale di preghiera e di riflessione per corrispondere all'ansia di Gesù Cristo Nostro Signore per l'unità dei credenti nel nome suo e nel suo Vangelo: ut unum sint; vuol essere un Natale di più vissuta carità nelle reciproche relazioni delle membra del Corpo Mistico, in applicazione generosa per il bene dei singoli e delle comunità familiari, sociali e internazionali.
Il Nostro cuore, che è preso dal commosso incanto di quest'ora, viene presso ciascuno di voi, venerabili Fratelli e diletti figli; con l'ausilio potente e pur sommesso delle onde radiofoniche e televisive, entra nelle vostre case, che brillano di più ardente attesa per la nascita del Salvatore Divino, si apre alla tenerezza del saluto e augurio paterno. Vorremmo soffermarCi al desco dei poveri, nelle officine del lavoro, nelle aule dello studio e della scienza, al letto dei sofferenti e degli anziani, ovunque sono uomini che pregano e soffrono, lavorano per sè e per gli altri, lavorano con animo grande, in esercizio e disciplina della mente, del cuore, delle braccia. Sì, desidereremmo posare la Nostra mano sulle teste dei piccoli, guardare negli occhi i giovani, incoraggiare i papà e le mamme al proseguimento del quotidiano dovere! A tutti vorremmo ripetere le parole dell'Angelo: Vi annunzio un grande gaudio, è nato per voi il Salvatore. E continuare con le riflessioni di Sant'Agostino: « Cristo è nato, e giace nel presepio, ma regge il mondo : ... è avvolto di poveri panni, ma ci riveste di immortalità :... non trovò posto nell'albergo, ma vuole farsi un tempio nel cuore dei credenti... Accendiamo dunque la carità, affinché possiamo pervenire alla sua eternità » [Serm. 190 In Natali Domini VII, 4, Migne P. L. 38, 1009.]. Questa è la realtà del Natale, e questa auguriamo a voi piena e gioiosa, avvalorando il voto paterno con preghiera fervida e prolungata.
O Verbo Eterno del Padre, Figlio di Dio e di Maria, rinnova ancora nell'arcano segreto delle anime il prodigio mirabile della tua nascita! Rivesti di immortalità i figli della tua redenzione; infiammali di carità, unifica tutti nei vincoli del tuo Mistico Corpo affinché la tua venuta porti la gioia vera, la pace sicura, l'operosa fraternità negli individui e nei popoli Amen, amen. Come a riverbero delle celesti compiacenze del Divino In fante di Betlemme, scenda su di voi tutti, venerabili Fratelli e diletti figli, la confortatrice Benedizione Apostolica, che l'umile Vicario di Colui, che è il Principe della Pace, il Padre dei secoli venturi [Cfr. Io. 9, 6.], su tutti effonde con pienezza di paterno amore.
[DAL SITO: w2.vatican.va]