Domenica 16 maggio 2021
s. Messa ore: 8.30, 10.00 (s. Messa dei bambini), 11.15, 18.00. Resta sospesa ls s. Messa delle ore 20.15.
ASCENSIONE DEL SIGNORE
Solennità
Letture della S. Messa.
At 1,1-11; Sal 46; Ef 4,1-13; Mc 16,15-20
Antifona d'Ingresso At 1,11
«Uomini di Galilea,
perché fissate nel cielo lo sguardo?
Come l'avete visto salire al cielo,
così il Signore ritornerà». Alleluia.
Prima Lettura At 1,1-11
Fu elevato in alto sotto i loro occhi.
Dagli atti degli apostoli
Nel primo racconto, o Teòfilo, ho trattato di tutto quello che Gesù fece e insegnò dagli inizi fino al giorno in cui fu assunto in cielo, dopo aver dato disposizioni agli apostoli che si era scelti per mezzo dello Spirito Santo.
Egli si mostrò a essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, durante quaranta giorni, apparendo loro e parlando delle cose riguardanti il regno di Dio. Mentre si trovava a tavola con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere l’adempimento della promessa del Padre, «quella – disse – che voi avete udito da me: Giovanni battezzò con acqua, voi invece, tra non molti giorni, sarete battezzati in Spirito Santo».
Quelli dunque che erano con lui gli domandavano: «Signore, è questo il tempo nel quale ricostituirai il regno per Israele?». Ma egli rispose: «Non spetta a voi conoscere tempi o momenti che il Padre ha riservato al suo potere, ma riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samarìa e fino ai confini della terra».
Detto questo, mentre lo guardavano, fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi. Essi stavano fissando il cielo mentre egli se ne andava, quand’ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo».
Salmo Responsoriale Dal Salmo 46
Ascende il Signore tra canti di gioia.
Popoli tutti, battete le mani!
Acclamate Dio con grida di gioia,
perché terribile è il Signore, l’Altissimo,
grande re su tutta la terra.
Ascende Dio tra le acclamazioni,
il Signore al suono di tromba.
Cantate inni a Dio, cantate inni,
cantate inni al nostro re, cantate inni.
Perché Dio è re di tutta la terra,
cantate inni con arte.
Dio regna sulle genti,
Dio siede sul suo trono santo.
Seconda Lettura Ef 4, 1-13
Raggiungere la misura della pienezza di Cristo.
Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni.
Fratelli, io, prigioniero a motivo del Signore, vi esorto: comportatevi in maniera degna della chiamata che avete ricevuto, con ogni umiltà, dolcezza e magnanimità, sopportandovi a vicenda nell'amore, avendo a cuore di conservare l'unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace.
Un solo corpo e un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, opera per mezzo di tutti ed è presente in tutti. A ciascuno di noi, tuttavia, è stata data la grazia secondo la misura del dono di Cristo. Per questo è detto: «Asceso in alto, ha portato con sé prigionieri, ha distribuito doni agli uomini». Ma cosa significa che ascese, se non che prima era disceso quaggiù sulla terra?
Colui che discese è lo stesso che anche ascese al di sopra di tutti i cieli, per essere pienezza di tutte le cose. Ed egli ha dato ad alcuni di essere apostoli, ad altri di essere profeti, ad altri ancora di essere evangelisti, ad altri di essere pastori e maestri, per preparare i fratelli a compiere il ministero, allo scopo di edificare il corpo di Cristo, finché arriviamo tutti all'unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, fino all'uomo perfetto, fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristo.
Canto al Vangelo Mt 28,19a.20b
Alleluia, alleluia.
Andate e fate discepoli tutti i popoli, dice il Signore.
Ecco, io sono con voi tutti i giorni,
fino alla fine del mondo.
Alleluia.
Vangelo Mc 16, 15-20
Il Signore fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, [ Gesù apparve agli Undici ] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.
Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.
Solennità dell' Ascensione di Gesù. 5 Maggio 2011.
Omelia di don Italo Mazzoni, nella S. Messa presso il Santuario di Maccio.
La celebrazione dell’Eucaristia ci invita ad avere lo sguardo su Gesù. Ogni giorno, ogni volta intenso. Come fosse la prima volta, come fosse l’ultima, come fosse l’unica. Nella solennità dell’Ascensione questo sguardo si fa ancor più interrogativo. Sembra scavare nel profondo del cuore, o nelle fosse dei cimiteri: Signore, noi dove andiamo? Dove siamo diretti? Tutto passa: i giorni, i secoli; passano i deboli come i potenti.
Anche Gesù, a modo suo, passa: dalla vita alla morte (sulla croce); dalla morte alla risurrezione (appare ai suoi discepoli); da questo mondo al Padre (nell’Ascensione). Pasqua è passaggio, transito.
Perché tutto passa? La nostra cultura accentua questa dinamica della vita: le cose di ieri sono già vecchie. Un antico Filosofo, Eraclito, diceva: tutto scorre. Davanti ai suoi occhi c’era la vita come un fiume che scorre. Davanti ai nostri ci sono gli schermi della TV, ancor più inquietanti. Essi sono immobile e tuttavia ci narrano lo scorrere della vita: nomi, volti, documentari, partite, lotte, referendum, spettacoli, notizie... Che cosa resta di tutto ciò? Ci aggrappiamo alla giovinezza, ma passa; ai figli, all’amore, alla fama...
S. Agostino, attento al cuore umano, diceva: fare Pasqua è passare a ciò che non passa! Ecco qualcosa che ha sapore! Che spalanca la porta della speranza. Ecco l’annuncio che fa dire: Tu, o Cristo, ci sei necessario! Tutto si muove verso il Padre, verso il cielo! La festa di oggi non è fuga dal mondo, ma viaggio del mondo, destino del mondo, direzione del mondo, chiamata libera del mondo, senso della vita.
Gli angeli fanno la loro parte. Innanzitutto perché esistono. Poi perché vedono con lo sguardo di Dio. Dicono: “Perché state a guardare il cielo?” C’è qualcosa di male nel farlo? Ci si distrae dalla vita? Oppure, come diceva Carlo Marx, credere in Dio è come oppio, droga?
È meglio guardare il cielo o la terra? Quante volte questo enigma assale il cuore dell’uomo. Dio ci vuole attenti a lui o ai nostri fratelli? E dove sta la sapienza: nella scienza che indaga le leggi del cosmo o nella rivelazione interiore che viene dall’alto?
Un famoso quadro di Raffaello ripropone bene l’enigma. Rappresentando la Scuola di Atene, Raffaello dipinge i due più grandi filosofi dell’antichità: Aristotele con la mano all’in giù ci ricorda che dobbiamo cercare la sapienza nelle cose della terra. Platone col dito rivolto al cielo ci dice che la realtà vera è in alto, nel cielo.
Gesù che cosa dice? Semplicemente che non c’è contrapposizione tra il cielo e la terra. “Dal cielo è venuto, per la fare la volontà del Padre: che nessuno si perda di quanti il Padre gli ha dato”. Il creatore si è fatto creatura. Il Verbo si è fatto carne, per riportare ogni uomo nel mistero di Dio. Gesù è venuto per riportarci al Padre. Salendo al Padre egli porta tutta la nostra umanità in Dio. Con Gesù risorto tutta la nostra vita risorge, tutto è portato in Dio. Nulla dell’uomo resta estraneo a Dio: il sudore del lavoro, le parole dei nostri dialoghi, le lotte per la giustizia, il bene quotidiano. Tutto ciò che è umano trova spazio in Dio. L’umanità è come una perla racchiusa nel guscio della divinità.
Così la festa dell’Ascensione al cielo è anche la festa del valore della terra, dell’uomo, della storia. Per questo gli appostoli sono inviati ad annunciare il Vangelo. Che tutti sappiano e possano partecipare da subito a questo dono. “Ecco, vi ho dato ogni potere in cielo e in terra” dice il Vangelo. Se cielo e terra fossero separati, questo non sarebbe possibile. È l’abbraccio di Dio all’umanità. L’abbraccio della misericordia, cioè dell’amore che cerca, accoglie, racchiude, conserva, dona vita.
La Pasqua non sarebbe completa senza il ritorno al Padre. In questo ritorno ci siamo anche noi: oggi nella fede, un giorno nella visione di Dio. La Misericordia di Dio non consiste nel suo avere pietà e compassione di noi e del nostro passato. La Misericordia di Dio è Dio che scrive il nostro futuro.
Il cielo stesso non è un luogo preesistente. Il cielo nasce dall’incontro di Dio con l’uomo. Ad ogni risposta dell’uomo il cielo si ingrandisce. Il cielo è l’opposto dell’isolamento. Quando l’uomo rifiuta Dio, nasce l’inferno, cioè il voler essere solo se stessi, solo l’io senza Dio, solo l’io opposto a Dio. Il Cielo è l’io con Dio, in Dio, per Dio. Può essere ricevuto solo in dono. Il cielo è l’intimità con Dio. È gioia, è realizzazione dell’uomo.
Gesù sale al cielo, entra nel cielo, portando in Dio la sua e la nostra umanità. Non è fuga dalla terra: si porta dietro la terra. Non è l’abbandono dei discepoli, ma è partecipazione alla loro stessa vita: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni fino ala fine del tempo”. Riusciamo dunque a capire gli angeli: “Perché state a guardare il cielo?” Il cielo non va guardato. È dentro di noi. Siamo portatori di cielo, di vita divina. La misericordia continua la sua missione: fare dell’umanità un’unica famiglia. Noi siamo concittadini del cielo!.
Pinturicchio, Ascensione di Cristo,
Appartamento Borgia, Sala dei Misteri della Fede. Affresco, Musei Vaticani.
dal sito: www.vaticannews.va
Musei Vaticani. "L'ARTE CHE CONSOLA". - La Bellezza ci unisce.
“Cari figli, siate ripieni di quella speranza che fa parte del mistero dell’Ascensione di Gesù.
Siate profondamente convinti della vittoria e del trionfo di Cristo sul peccato e sulla morte.
Credete che la forza di Cristo è più grande della nostra debolezza,
più grande della debolezza di tutto il mondo.”
(Giovanni Paolo II – Omelia nella Solennità dell’Ascensione – 24 maggio 1979).