Liturgia della ASCENSIONE DEL SIGNORE -
ANNO B
LETTURE: At 1,1-11; Sal 46; Ef 4,1-13; Mc 16,15-20
Antifona d'Ingresso At 1,11
«Uomini di Galilea,
perché fissate nel cielo lo sguardo?
Come l'avete visto salire al cielo,
così il Signore ritornerà». Alleluia.
Colletta
Esulti di santa gioia la tua Chiesa, o Padre, per il mistero che celebra in questa liturgia di lode, poiché nel tuo Figlio asceso al cielo la nostra umanità è innalzata accanto a te, e noi, membra del suo corpo, viviamo nella speranza di raggiungere Cristo, nostro capo, nella gloria. Egli è Dio...
LITURGIA DELLA PAROLA
Prima Lettura At 1,1-11
Fu elevato in alto sotto i loro occhi.
Dagli atti degli apostoli
Nel primo racconto, o Teòfilo, ho trattato di tutto quello che Gesù fece e insegnò dagli inizi fino al giorno in cui fu assunto in cielo, dopo aver dato disposizioni agli apostoli che si era scelti per mezzo dello Spirito Santo.
Egli si mostrò a essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, durante quaranta giorni, apparendo loro e parlando delle cose riguardanti il regno di Dio. Mentre si trovava a tavola con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere l’adempimento della promessa del Padre, «quella – disse – che voi avete udito da me: Giovanni battezzò con acqua, voi invece, tra non molti giorni, sarete battezzati in Spirito Santo».
Quelli dunque che erano con lui gli domandavano: «Signore, è questo il tempo nel quale ricostituirai il regno per Israele?». Ma egli rispose: «Non spetta a voi conoscere tempi o momenti che il Padre ha riservato al suo potere, ma riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samarìa e fino ai confini della terra».
Detto questo, mentre lo guardavano, fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi. Essi stavano fissando il cielo mentre egli se ne andava, quand’ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo».
Salmo Responsoriale Dal Salmo 46
Ascende il Signore tra canti di gioia.
Oppure:
Alleluia, alleluia, alleluia.
Popoli tutti, battete le mani!
Acclamate Dio con grida di gioia,
perché terribile è il Signore, l’Altissimo,
grande re su tutta la terra.
Ascende Dio tra le acclamazioni,
il Signore al suono di tromba.
Cantate inni a Dio, cantate inni,
cantate inni al nostro re, cantate inni.
Perché Dio è re di tutta la terra,
cantate inni con arte.
Dio regna sulle genti,
Dio siede sul suo trono santo.
Seconda Lettura Ef 4, 1-13
Raggiungere la misura della pienezza di Cristo.
Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni.
Fratelli, io, prigioniero a motivo del Signore, vi esorto: comportatevi in maniera degna della chiamata che avete ricevuto, con ogni umiltà, dolcezza e magnanimità, sopportandovi a vicenda nell'amore, avendo a cuore di conservare l'unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace.
Un solo corpo e un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, opera per mezzo di tutti ed è presente in tutti. A ciascuno di noi, tuttavia, è stata data la grazia secondo la misura del dono di Cristo. Per questo è detto: «Asceso in alto, ha portato con sé prigionieri, ha distribuito doni agli uomini». Ma cosa significa che ascese, se non che prima era disceso quaggiù sulla terra?
Colui che discese è lo stesso che anche ascese al di sopra di tutti i cieli, per essere pienezza di tutte le cose. Ed egli ha dato ad alcuni di essere apostoli, ad altri di essere profeti, ad altri ancora di essere evangelisti, ad altri di essere pastori e maestri, per preparare i fratelli a compiere il ministero, allo scopo di edificare il corpo di Cristo, finché arriviamo tutti all'unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, fino all'uomo perfetto, fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristo.
Canto al Vangelo Mt 28,19a.20b
Alleluia, alleluia.
Andate e fate discepoli tutti i popoli, dice il Signore.
Ecco, io sono con voi tutti i giorni,
fino alla fine del mondo.
Alleluia.
Vangelo Mc 16, 15-20
Il Signore fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, [ Gesù apparve agli Undici ] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.
Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.
Sulle Offerte
Accogli, Signore, il sacrificio che ti offriamo nella mirabile ascensione del tuo Figlio, e per questo santo scambio di doni fa' che il nostro spirito si innalzi alla gioia del cielo. Per Cristo nostro Signore.
Cristo nostro Signore.
Prefazio dell'Ascensione del Signore I
Il mistero dell’Ascensione
È veramente cosa buona e giusta,
che tutte le creature in cielo e sulla terra
si uniscano nella tua lode, Dio onnipotente ed eterno:
Il Signore Gesù, re della gloria,
vincitore del peccato e della morte,
oggi è salito al cielo
tra il coro festoso degli angeli.
Mediatore tra Dio e gli uomini,
giudice del mondo e Signore dell’universo,
non si è separato dalla nostra condizione umana,
ma ci ha preceduti nella dimora eterna,
per darci la serena fiducia
che dove è lui, capo e primogenito,
saremo anche noi, sue membra, uniti nella stessa gloria.
Per questo mistero, nella pienezza della gioia pasquale,
l’umanità esulta su tutta la terra,
e con l’assemblea degli angeli e dei santi
canta l’inno della tua gloria:
Santo, Santo, Santo ...
Si dice la Preghiera Eucaristica I o Canone Romano: ha il Comunicantes dell’Ascensione
Antifona alla Comunione Mc 16,15
«Andate in tutto il mondo,
predicate il Vangelo a ogni creatura». Alleluia.
Dopo la Comunione
Dio onnipotente e misericordioso, che alla tua Chiesa pellegrina sulla terra fai gustare i divini misteri, suscita in noi il desiderio della patria eterna, dove hai innalzato l'uomo accanto a te nella gloria. Per Cristo nostro Signore.
OMELIA DI P. Marko Ivan Rupnik
DAL SITO: www.clerus.va
Ascensione – Anno B
Mc 16,15-20
L’Ascensione, Gesù che sale al cielo e porta al Padre l’umanità che ha legato a sé con l’incarnazione è nel vangelo di oggi messa in stretta relazione alla missione che consegna agli undici. “Quando sarò elevato da terra attirerò tutti a me” (Gv 12,32) è la promessa che si compie con il dono dello Spirito quando Cristo muore sulla croce. Il Cristo Risorto è il Cristo crocifisso, il Figlio dell’uomo che dopo la resurrezione torna in Galilea perché quello è il luogo della vita concreta, della vita quotidiana da rileggere alla luce della resurrezione. Le apparizioni hanno segnato il passaggio mostrando questo nuovo modo di vivere che è proprio solo della vita di Dio.
L’esistenza di Dio è trinitaria, è comunionale. La sua gloria è la manifestazione di questa agape, di questo amore nella storia che diventa così la forza che trasfigura la storia ferita dal male e dal peccato. Nel vangelo di Marco l’Ascensione di Cristo viene strettamente legata alla missione della Chiesa. Questa viene costituita intorno al credere, e avviene proprio dopo che gli apostoli vengono rimproverati della loro incredulità. Nella prima lettura la missione della Chiesa viene esplicitata come testimonianza e questa viene costituita dalla discesa dello Spirito Santo.
Appare così che il cammino della Chiesa come Corpo di Cristo morto e risorto vive nella storia, per la discesa dello Spirito Santo, una uguale importanza del Figlio e dello Spirito Santo. Infatti non è possibile rendere testimonianza al Figlio se non che la nostra umanità si manifesti in un modo di esistere che è quello secondo il Figlio di Dio, cioè relazionale, verso il Padre e verso i fratelli. Ma questa è l’opera dello Spirito Santo perché è il Signore del modo dell’esistenza divina che è l’amore e che è comunione. È lo Spirito Santo che ci abilita a una vita come comunione perché versa nei nostri cuori l’amore di Dio Padre (Rm 5,5).
Se si rompe questa dinamica del Figlio e dello Spirito Santo - come infatti la nostra storia testimonia, avendo dato a un certo momento prevalenza a Cristo scordando pian piano lo Spirito Santo - allora si trova sempre più in difficoltà la missione della Chiesa che può diventare un grande fare, un continuo parlare, organizzare eppure attraverso tutto questo non avviene la manifestazione dell’amore del Padre (cf Mt 5,16).
Ciò che non riesce ad apparire in una visione così squilibrata è esattamente la vera novità della Chiesa, che è quel modo di esistenza comunionale. Ci vorrà certamente molto tempo affinchè la nostra mentalità riacquisti una familiarità con lo Spirito Santo così come sembra averla con Cristo. Ma senza lo Spirito Santo non si comprende la signoria di Cristo né la sua figliolanza con il Padre e la sua assunzione dell’umanità. La missione della Chiesa ha le sue radici nell’esperienza della comunione filiale con il Padre. Gli Atti degli Apostoli testimoniano, come mette in evidenza qualche esegeta contemporaneo, che il pasto di cui si parla fa riferimento all’eucaristia. È nel pasto eucaristico che Cristo si manifesta e parla alla sua Chiesa. E questo parlare non è semplicemente un astratto insegnamento ma è manifestazione di un modo di vedere dal compimento verso la storia e non viceversa.
Noi abbiamo in questo modo qualcosa da dire al mondo proprio perché per mezzo dello Spirito Santo, in Cristo, viviamo il nostro compimento e il compimento del mondo nell’amore del Padre. In questo modo si possono comprendere i 5 segni che Marco elenca: “Nel mio nome scacceranno demoni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno” (Mc 16,17-18). Era lo Spirito che ha portato Cristo nel deserto, dove ha resistito al tentatore, ed è solo in forza dello Spirito Santo che i discepoli potranno rimanere in Cristo e scacceranno i pensieri e le tentazioni che il demonio insinuerà alla Chiesa per non avere una mentalità nuova ma volendo affermarsi come una cosa nuova che usa però i mezzi antichi. Non si tratta qui semplicemente di pensare agli esorcismi oppure di inventare le lingue ma di avere una novità che è così potente da essere creatrice e allontanare la mentalità del mondo antico, del mondo che non conosce il Padre. Sarà creatrice la Chiesa che non avrà paura del mondo perché è imbevuta del sangue che è il farmaco della vita eterna. Si è immuni dal mondo senza condannarlo, anzi proprio perché non si ha paura si può fare l’annuncio e bagnare il mondo di vita nuova.
Essendo noi già in Cristo davanti al Padre ci comportiamo in questo mondo di conseguenza, sapendo che ciò che conta, ciò che ha peso è ciò che siamo in Cristo.
È proprio questo che succede durante ogni eucaristia, noi abitati nel pane e nel calice della nostra offerta, con la discesa dello Spirito Santo diventiamo il Corpo di Cristo ossia la Chiesa e arriviamo, per Cristo, con Cristo e in Cristo, a dare gloria al Padre.