Lunedì, 21 maggio 2018 - Maria Madre della Chiesa


DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
ALL'ASSEMBLEA GENERALE DELLA CEI

Apertura dei lavori della 71ma Assemblea Generale
della Conferenza Episcopale Italiana (C.E.I.)
alla presenza del Santo Padre

Papa Francesco ha stabilito che a partire da quest’anno (Anno 2019) si celebrerà Maria Madre della Chiesa il giorno dopo quello della Pentecoste che nel 2019 cade oggi lunedì 10 giugno.

(...). Grazie tante della vostra presenza per inaugurare questa giornata di Maria Madre della Chiesa. Noi diciamo dal nostro cuore, tutti insieme: “Monstra te esse matrem”. Sempre: “Monstra te esse matrem”. E’ la preghiera: “Facci sentire che sei la madre”, che non siamo soli, che Tu ci accompagni come madre. E’ la maternità della Chiesa, della Santa Madre Chiesa Gerarchica, che è qui radunata… Ma che sia madre. “Santa Madre Chiesa Gerarchica”, così piaceva dire a Sant’Ignazio [di Loyola]. Che Maria, Madre nostra, ci aiuti affinché la Chiesa sia madre. E – seguendo l’ispirazione dei padri – che anche la nostra anima sia madre. Le tre donne: Maria, la Chiesa e l’anima nostra. Tutte e tre madri. Che la Chiesa sia Madre, che la nostra anima sia Madre.  (...).


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(da: w2.vatican.va)




CONGREGAZIONE PER IL CULTO DIVINO
E LA DISCIPLINA DEI SACRAMENTI

COMMENTO AL DECRETO DEL PREFETTO DELLA
CONGREGAZIONE PER IL CULTO DIVINO E LA DISCIPLINA DEI SACRAMENTI

La memoria di Maria “Madre della Chiesa”


In attuazione della decisione di Papa Francesco, con decreto del giorno 11 febbraio 2018, centosessantesimo anniversario della prima apparizione della Vergine a Lourdes, la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, ha disposto l’iscrizione della memoria della “Beata Vergine Maria Madre della Chiesa” nel Calendario Romano Generale. In allegato al decreto sono stati resi noti i relativi testi liturgici, in latino, per la Messa, l’Ufficio Divino e il Martirologio Romano. Le Conferenze Episcopali provvederanno ad approvare la traduzione dei testi che servono, e dopo la conferma, a pubblicarli nei libri liturgici di loro giurisdizione.

Il motivo della celebrazione è brevemente descritto nello stesso decreto, che ricorda l’avvenuta maturazione della venerazione liturgica riservata a Maria a seguito di una migliore comprensione della sua presenza “nel mistero di Cristo e della Chiesa”, come ha spiegato il capitolo VIII della Lumen gentium del Concilio Vaticano II. A ragion veduta, infatti, nel promulgare questa costituzione conciliare, il 21 novembre 1964, il beato Paolo VI volle solennemente riconoscere a Maria il titolo di “Madre della Chiesa”. Il sentire del popolo cristiano, in due millenni di storia, aveva in vario modo colto il legame filiale che unisce strettamente i discepoli di Cristo alla sua santissima Madre. Di tale legame ne dà esplicita testimonianza l’evangelista Giovanni, riportando il testamento di Gesù morente in croce (cf. Gv 19, 26-27). Dopo aver consegnato la propria Madre ai discepoli e questi alla Madre, “sapendo che ormai tutto era compiuto”, morendo Gesù “consegna lo spirito” in vista della vita della Chiesa, suo mistico corpo: infatti, “dal fianco di Cristo addormentato sulla Croce è scaturito il mirabile sacramento di tutta la Chiesa” (Sacrosanctum Concilium, n. 5).

L’acqua e il sangue sgorgati dal cuore di Cristo sulla croce, segno della totalità della sua offerta redentiva, continuano sacramentalmente a dar vita alla Chiesa attraverso il Battesimo e l’Eucaristia. In questa mirabile comunione, sempre da alimentare tra il Redentore e i redenti, Maria santissima ha la sua missione materna da svolgere. Lo ricorda il brano evangelico di Gv 19, 25-34 indicato nella messa della nuova memoria, già indicato - insieme alle letture di Gen 3 e di At 1, -, nella messa votiva “de sancta Maria Ecclesiae Matre” approvata dalla Congregazione per il Culto Divino nel 1973, in vista dell’Anno Santo della Riconciliazione del 1975 (cf. Notitiae 1973, pp. 382-383).

La commemorazione liturgica della maternità ecclesiale di Maria aveva quindi trovato posto, tra le messe votive, nell’editio altera del Missale Romanum del 1975. Poi, durante il pontificato di san Giovanni Paolo II vi fu la possibilità, concessa alle Conferenze Episcopali, di aggiungere il titolo di “Madre della Chiesa” nelle Litanie lauretane (cf. Notitiae 1980, p. 159); e in occasione dell’anno mariano, la Congregazione per il Culto Divino pubblicò altri formulari di messe votive sotto il titolo di Maria Madre e immagine della Chiesa nella Collectio missarum de Beata Maria Virgine. Era stato anche approvato, nel corso degli anni, l’inserimento della celebrazione della “Madre della Chiesa” nel Calendario proprio di alcuni Paesi, come la Polonia e l’Argentina, il Lunedì dopo Pentecoste; in altre date era stata iscritta in luoghi peculiari come la Basilica di San Pietro, dove avvenne la proclamazione del titolo da parte di Paolo VI, come altresì nei Propri di Ordini e Congregazioni religiose.

Considerando l’importanza del mistero della maternità spirituale di Maria, che dall’attesa dello Spirito a Pentecoste (cf. At 1, 14), non ha mai smesso di prendersi maternamente cura della Chiesa pellegrina nel tempo, Papa Francesco ha stabilito che, il Lunedì dopo Pentecoste, la memoria di Maria Madre della Chiesa sia obbligatoria per tutta la Chiesa di Rito Romano. E’ evidente il nesso tra la vitalità della Chiesa della Pentecoste e la sollecitudine materna di Maria nei suoi confronti. Nei testi della Messa e dell’Ufficio il testo di At 1,12-14 illumina la celebrazione liturgica, come anche Gen 3, 9-15.20, letto alla luce della tipologia della nuova Eva, costituita “Mater omnium viventium” sotto la croce del Figlio Redentore del mondo.

L’auspicio è che questa celebrazione, estesa a tutta la Chiesa, ricordi a tutti i discepoli di Cristo che, se vogliamo crescere e riempirci dell’amore di Dio, bisogna radicare la nostra vita su tre realtà: la Croce, l’Ostia e la Vergine – Crux, Hostia et Virgo. Questi sono i tre misteri che Dio ha donato al mondo per strutturare, fecondare, santificare la nostra vita interiore e per condurci verso Gesù Cristo. Sono tre misteri da contemplare in silenzio (R. Sarah, La forza del silenzio, n. 57).

(dal sito; www.vatican.va)