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1 GENNAIO 2022 - 55^ GIORNATA MONDIALE DELLA PACE “Dialogo fra generazioni, educazione e lavoro: strumenti per edificare una pace duratura”

1 GENNAIO 2022 - 55^ GIORNATA MONDIALE DELLA PACE - “Dialogo fra generazioni, educazione e lavoro: strumenti per edificare una pace duratura”.



di don Gigi:

Sarebbe bello condividere i commenti al seguente messaggio o altre riflessioni che il Papa e la Chiesa ci stanno regalando in questo tempo.
Possiamo farlo con un messaggio al  377.9812776 (gruppo whatsapp «Siamo sulla stessa barca»)  oppure scrivere la tua riflessione su mail: Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.



Papa Francesco propone al mondo tre vie da percorrere per la costruzione di una pace duratura:


1) il dialogo tra le generazioni, base per la realizzazione di progetti condivisi.

2) l’educazione, come fattore di libertà, responsabilità e sviluppo.

3) il lavoro per una piena realizzazione della dignità umana.


Nel testo dell’odierno Messaggio, papa Francesco riconosce che “nonostante i molteplici sforzi mirati al dialogo costruttivo tra le nazioni, si amplifica l’assordante rumore di guerre e conflitti, mentre avanzano malattie di proporzioni pandemiche, peggiorano gli effetti del cambiamento climatico e del degrado ambientale, si aggrava il dramma della fame e della sete e continua a dominare un modello economico basato sull’individualismo più che sulla condivisione solidale”. Così “come ai tempi degli antichi profeti, anche oggi il grido dei poveri e della terra non cessa di levarsi per implorare giustizia e pace”. Il Papa ribadisce che la pace “è insieme dono dall’alto e frutto di un impegno condiviso”. C’è infatti una “architettura” della pace, dove intervengono le diverse istituzioni della società, e c’è un “artigianato” della pace “che coinvolge ognuno di noi in prima persona”.

E per favorire questo “artigianato della pace” indica appunto tre vie.

1) Il dialogo fra generazioni

La prima è il dialogo fra generazioni. Perché in un mondo ancora stretto dalla morsa della pandemia “alcuni provano a fuggire dalla realtà rifugiandosi in mondi privati e altri la affrontano con violenza distruttiva, ma tra l’indifferenza egoista e la protesta violenta c’è un’opzione sempre possibile: il dialogo.   

Il dialogo tra le generazioni”.
Infatti da un lato, i giovani “hanno bisogno dell’esperienza esistenziale, sapienziale e spirituale degli anziani”; dall’altro, “gli anziani necessitano del sostegno, dell’affetto, della creatività e del dinamismo dei giovani”. Per il Papa la crisi globale che stiamo vivendo “ci indica nell’incontro e nel dialogo fra le generazioni la forza motrice di una politica sana”, che non si accontenta di amministrare l’esistente “con rattoppi o soluzioni veloci”, ma che “si offre come forma eminente di amore per l’altro, nella ricerca di progetti condivisi e sostenibili”. Vanno perciò “apprezzati e incoraggiati i tanti giovani che si stanno impegnando per un mondo più giusto e attento a salvaguardare il creato, affidato alla nostra custodia”. Lo fanno “con inquietudine e con entusiasmo, soprattutto con senso di responsabilità di fronte all’urgente cambio di rotta, che ci impongono le difficoltà emerse dall’odierna crisi etica e socio-ambientale”.

L'istruzione e l'educazione

La seconda via indicata da papa Francesco per arrivare ad una pace duratura riguarda l’istruzione e l’educazione. Il Pontefice osserva con amarezza che negli ultimi anni è “sensibilmente diminuito, a livello mondiale, il bilancio per l’istruzione e l’educazione, considerate spese piuttosto che investimenti”. Eppure istruzione ed educazione “sono le fondamenta di una società coesa, civile, in grado di generare speranza, ricchezza e progresso”. Al contrario invece le spese militari, invece, sono aumentate, superando il livello registrato al termine della “guerra fredda”, e sembrano destinate a crescere in modo esorbitante. È dunque “opportuno e urgente che quanti hanno responsabilità di governo elaborino politiche economiche che prevedano un’inversione del rapporto tra gli investimenti pubblici nell’educazione e i fondi destinati agli armamenti”. Il Pontefice auspica che “all’investimento sull’educazione si accompagni un più consistente impegno per promuovere la cultura della cura”. Essa può diventare il linguaggio comune che abbatte le barriere e costruisce ponti”. Di qui la necessità di forgiare un “nuovo paradigma culturale”, attraverso “un patto educativo globale per e con le giovani generazioni, che impegni le famiglie, le comunità, le scuole e le università, le istituzioni, le religioni, i governanti, l’umanità intera, nel formare persone mature”.

La sicurezza del lavoro

Terza via indicata da Francesco per costruire la pace è “promuovere e assicurare il lavoro”. Da questo punto di vista la pandemia da Covid-19 ha aggravato la situazione. Per il Papa “la risposta a questa situazione non può che passare attraverso un ampliamento delle opportunità di lavoro dignitoso”. Il lavoro infatti è “la base su cui costruire la giustizia e la solidarietà in ogni comunità”. Per questo, “non si deve cercare di sostituire sempre più il lavoro umano con il progresso tecnologico: così facendo l’umanità danneggerebbe sé stessa. Il lavoro è una necessità, è parte del senso della vita su questa terra, via di maturazione, di sviluppo umano e di realizzazione personale”. Per questo “è più che mai urgente promuovere in tutto il mondo condizioni lavorative decenti e dignitose, orientate al bene comune e alla salvaguardia del creato”. Perché il profitto non deve essere “l’unico criterio-guida”. In questa prospettiva “vanno stimolate, accolte e sostenute le iniziative che, a tutti i livelli, sollecitano le imprese al rispetto dei diritti umani fondamentali dei lavoratori, sensibilizzando in tal senso non solo le istituzioni, ma anche i consumatori, la società civile e le realtà imprenditoriali”. (papa Francesco, 01.01.2022)