16-24 Dicembre
ore 7.00
ore 20.30 (per le famiglie)
Novena di Natale
TEMPO DI AVVENTO
L'Avvento è un tempo di attesa. Attendiamo il Signore che viene.
L'oggetto centrale della speranza cristiana non può essere altro. In Avvento celebriamo tutto il grande mistero della venuta del Signore: esso va dalla prima venuta a Betlemme, che ha risposto all'attesa del popolo antico, fino all'ultima venuta del Re della gloria, che colmerà l'attesa della Chiesa. Entro questi due termini estremi si colloca un terzo avvento: quello che ha luogo nella Chiesa e nella vita cristiana, soprattutto per mezzo dei sacramenti. E quello che nella preghiera del Signore esprimiamo con l'invocazione: «Venga il tuo Regno»: realtà sempre in atto, da cui la nostra vita esige di essere afferrata a ogni istante. «Cristo ieri, oggi e nei secoli». Egli è l'«oggi» eterno del mondo.
La prima venuta a Betlemme è rievocata dalla festa del Natale, a cui questo tempo prepara. Siamo esortati ad attendere con fede, con alacrità e con gioia una solennità che ci recherà gaudio e salvezza.
L'ultima venuta del Signore, quando verrà nella gloria a chiudere la storia del mondo e a introdurci nel Regno, l'attendiamo con una speranza che si rinnova sempre. Ne abbiamo già una caparra nel dono del suo Spirito, e una anticipazione nella presenza del Risorto in mezzo a noi; ma questo non spegne in noi il desiderio di contemplarlo «a volto svelato» nella gloria del suo avvento. «Proclamiamo la tua risurrezione, nell'attesa della tua venuta».
La continua venuta nella Chiesa e in ogni anima, è la grande realtà che riempie il tempo presente. Per questo l'attesa non è mai colmata. Le anime lo aspettano, perché non hanno ancora raggiunto la piena statura di Cristo; la Chiesa lo aspetta, perché le realtà che essa possiede non sono ancora definitive; il mondo lo aspetta, perché la missione della Chiesa non ha ancora portato fino ai suoi confini la testimonianza evangelica. Questa speranza conosce un ritmo progressivo: ogni anno è nuova, perché mentre lascia dietro di sé le tappe raggiunte, si protende verso nuove mete. (CEI, La preghiera del mattino e della sera p.2).
Dal 17 al 23 dicembre, giorni chiamati “ferie maggiori” dell’Avvento, sfuma la dimensione escatologica (l’orientamento prevalente al futuro) e si intensifica la memoria della venuta storica del Signore.
La corona dell’Avvento
La corona è un segno tipico dell’Avvento nelle case dei cristiani. Si è diffusa a partire dal XVI secolo nei paesi germanici, tra protestanti e cattolici, nell’America del Nord e poi negli altri paesi. È composta da un grande anello fatto di rami sempreverdi intrecciati (abete, oppure tasso, pino, alloro) su cui sono fissati quattro ceri posti ad uguale distanza tra loro. Il sempreverde richiama la speranza portata dal Signore che vive per sempre in mezzo agli uomini; i quattro ceri, che si accendono progressivamente nelle quattro settimane di Avvento (ogni domenica se ne accende uno in più), sono simbolo della luce di Gesù che si fa sempre più vicina e intensa, attraverso le tappe della storia della salvezza e l’annuncio dei profeti. Una tradizione suggerisce il nome dei quattro ceri: candela della Profezia, di Betlemme, dei Pastori, degli Angeli. La corona, collocata su un tavolo, diviene il centro attorno a cui tutta la famiglia si riunisce per un momento serale (quotidiano o settimanale) di preghiera (cfr. Direttorio Pietà Popolare, n.98; sussidio CEI, Avvento 2010; sussidio Pregare e cantare la Parola, Como 1987; G. Venturi, Avvento e Natale, Elledici, Rivoli 1986).
Tratto dal sito: http://www.diocesidicomo.it