Santuario della SS. Trinità Misericordia Maccio di Villa Guardia (CO)
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Documenti e preghiere - Santuario SS. Trinità Misericordia - Maccio di Villa Guardia - Como
19 Aprile 2020

s. Messa nella Domenica della Divina Misericordia




Preghiera alla Santissima Trinità Misericordia


file icon pdf DOMENICA DIVINA MISERICORDIA_preghiere alla SSTM.pdf


Settimo venerdì di Quaresima

VENERDì SANTO


VIA CRUCIS PER LA PREGHIERA PERSONALE

 

OFFERTA DELLA GIORNATA AL S. CUORE di GESU'

Cuore divino di Gesù, io ti offro,
per mezzo del Cuore Immacolato di Maria,
Madre della Chiesa,
in unione al Sacrificio Eucaristico,
le preghiere e le azioni, le gioie e le sofferenze
di questo giorno,
in riparazione dei peccati
e per la salvezza di tutti gli uomini,
nella grazia dello Spirito Santo,
a gloria del Divin Padre. Amen.




VIA CRUCIS MEDITATA - VII venerdì di Quaresima

Venerdì 10 Aprile 2020

Venerdì Santo

LA VIA DOLOROSA


“Dio dimostra il suo amore verso di noi
perché, mentre eravamo ancora peccatori,
Cristo è morto per noi.
A maggior ragione ora,
giustificati per il suo sangue,
saremo salvati dall'ira per mezzo di lui”. (Rm.5,8-9).



Via Crucis a Gerusalemme



Quando percorriamo la “Via Crucis” da una stazione all’altra, col nostro spirito siamo sempre presenti là dove questo cammino ebbe il suo luogo “storico”: là dove si è svolta lungo le strade di Gerusalemme, dal pretorio di Pilato fino all’altura del Golgota, ossia del Calvario, fuori le sue mura.

Questa testimonianza è rimasta agli angoli delle vie di Gerusalemme, alle svolte della “Via Crucis” là dove camminava, dove è caduto tre volte, dove ha accettato l’aiuto di Simone di Cirene e il velo della Veronica, là dove ha parlato ad alcune donne che facevano lamenti su di lui.

Ancora oggi siamo bramosi di questa testimonianza. Vogliamo conoscere tutti i suoi particolari. Seguiamo le orme della “Via Crucis” a Gerusalemme e insieme in tanti altri luoghi del nostro globo, e ogni volta ci sembra di ripetere a questo Condannato, a questo Uomo dei dolori: “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna” (Gv 6, 68)

Gerusalemme è la città della Via Crucis storica, essa sola ha questo grande tragico privilegio. Non c'è bisogno di immaginare gli scenari della passione, si possono vedere e percorrere fisicamente, perché a Gerusalemme vi è quella prima Via Crucis, la “Via Dolorosa”, quella strada che percorse Gesù.

La via dolorosa




VIDEO - 1


I Stazione
Gesù è condannato a morte

Pilato disse loro: “Volete che io rimetta in libertà per voi il re dei Giudei?”. Ma i capi dei sacerdoti incitarono la folla perché, piuttosto, egli rimettesse in libertà per loro Barabba. Pilato disse loro: “Che male ha fatto?”. Ma essi gridarono più forte: “Crocifiggilo!”. Pilato, volendo dare soddisfazione alla folla, rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso. (Mc. 15, 9-15).

II Stazione Gesù è caricato della Croce

Essi allora presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo del Cranio, detto in ebraico Gòlgota (Gv. 19,17).



VIDEO -2


Al mattino i sommi sacerdoti, con gli anziani, gli scribi e tutto il sinedrio, dopo aver tenuto consiglio, misero in catene Gesù, lo condussero e lo consegnarono a Pilato.
 (Mc. 15,1).


Allora condussero Gesù dalla casa di Caifa nel pretorio. (Gv. 18,28).

Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare (Gv. 19,1).

Udite queste parole, Pilato fece condurre fuori Gesù e sedette nel tribunale, nel luogo chiamato Litòstroto, in ebraico Gabbatà.
Era la Preparazione della Pasqua, verso mezzogiorno. Pilato disse ai Giudei: "Ecco il vostro re!".
Ma quelli gridarono: "Via, via, crocifiggilo!". Disse loro Pilato: "Metterò in croce il vostro re?". Risposero i sommi sacerdoti: "Non abbiamo altro re all'infuori di Cesare".
Allora lo consegnò loro perché fosse crocifisso. (Gv. 19,13-16).




VIDEO - 3


E i soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un mantello di porpora; quindi gli venivano davanti e gli dicevano:

"Salve, re dei Giudei!". E gli davano schiaffi.
Pilato intanto uscì di nuovo e disse loro: "Ecco, io ve lo conduco fuori, perché sappiate che non trovo in lui nessuna colpa". Allora Gesù uscì, portando la corona di spine e il mantello di porpora. E Pilato disse loro: "Ecco l'uomo!". (Gv. 19,2-5).

E gli percuotevano il capo con una canna, gli sputavano addosso e, piegando le ginocchia, si prostravano a lui. (Mc. 15,19).

Dopo averlo schernito, lo spogliarono della porpora e gli rimisero le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo. (Mc. 15,20).
 



VIDEO - 4
 


III Stazione -
Gesù cade la prima volta

IV Stazione - 
Gesù incontra Maria, sua madre

V Stazione - 
Gesù è aiutato dal Cireneo a portare la Croce

Mentre uscivano, incontrarono un uomo di Cirène, chiamato Simone, e lo costrinsero a prender su la croce di lui.  (Mt. 27,32).



VIDEO - 5


VI Stazione -
La Veronica asciuga il volto di Gesù

VII Stazione - 
Gesù cade la seconda volta

VIII Stazione - 
Gesù incontra le donne di Gerusalemme

Lo seguiva una gran folla di popolo e di donne che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui.
Ma Gesù, voltandosi verso le donne, disse: "Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. (Lc. 23,27-28).


IX Stazione - 
Gesù cade la terza volta



VIDEO - 6
 

X Stazione - 
Gesù spogliato dalle vesti
XI Stazione - 
Gesù è inchiodato alla Croce
XII Stazione - 
Gesù muore in Croce
XIII Stazione - 
Gesù è deposto dalla Croce



VIDEO - 7


BASILICA DEL SANTO SEPOLCRO

Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora deposto. Là dunque deposero Gesù (Gv. 19,41 - 42).


X Stazione - 
Gesù spogliato dalle vesti

XI Stazione - 
Gesù è inchiodato alla Croce

Condussero dunque Gesù al luogo del Gòlgota, che significa luogo del cranio,
e gli offrirono vino mescolato con mirra, ma egli non ne prese.
Poi lo crocifissero e si divisero le sue vesti, tirando a sorte su di esse quello che ciascuno dovesse prendere. (Mc. 22,24).


XII Stazione - 
Gesù muore in Croce

Era verso mezzogiorno, quando il sole si eclissò e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio.
Il velo del tempio si squarciò nel mezzo.
Gesù, gridando a gran voce, disse: "Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito". Detto questo spirò (Lc. 23,44-46).


XIII Stazione - 
Gesù è deposto dalla Croce

XIV Stazione - Gesù è posto nel sepolcro


Ma l'angelo disse alle donne: "Non abbiate paura, voi! So che cercate Gesù il crocifisso.
Non è qui. È risorto, come aveva detto; venite a vedere il luogo dove era deposto.(Mt.28,5-6).


VIDEO - 8

Quando percorriamo la “Via Crucis”
da una stazione all’altra,
col nostro spirito siamo sempre presenti là
dove questo cammino ebbe il suo luogo “storico”:
là dove si è svolta lungo le strade di Gerusalemme,
dal pretorio di Pilato fino all’altura del Golgota

...Questa testimonianza è rimasta
agli angoli delle vie di Gerusalemme,

...là dove camminava, dove è caduto tre volte,
dove ha accettato l’aiuto di Simone di Cirene
e il velo della Veronica,

Ancora oggi siamo bramosi di questa testimonianza...

Seguiamo le orme della “Via Crucis”
a Gerusalemme.

dopo essere tolto dalla Croce, ti hanno deposto in un sepolcro ai piedi del Calvario – desideriamo pregarti affinché tu rimanga con noi mediante la tua Croce:

Tu, che per la Croce ti sei separato da noi.
Ti preghiamo perché rimanga con la Chiesa;
perché tu rimanga con l’umanità;
perché non ti sgomenti se molti, forse,
passano indifferenti accanto alla tua Croce,
se alcuni si allontanano da essa
ed altri non vi arrivano.
Tuttavia, forse, mai più che oggi
l’uomo ha avuto bisogno di questa forza
e di questa sapienza che sei tu stesso,
Tu solo: mediante la tua Croce!
Allora resta con noi
in questo penetrante “mysterium”
della tua morte,
in cui hai rivelato quanto
“Dio ha amato il mondo” (cf. Gv 3, 16).
Resta con noi e attiraci a te (cf. Gv 12, 32),
Tu, che sotto questa Croce sei caduto.
Resta con noi mediante la tua Madre,
alla quale dalla Croce hai affidato
in modo particolare ogni uomo (cf. Gv 19, 37).
Resta con noi!

“Stat Crux, dum volvitur orbis!”. Sì, “la Croce sta alta sul mondo che volge!”.

(dal DISCORSO DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II AL TERMINE DELLA "VIA CRUCIS" AL COLOSSEO

Venerdì Santo, 13 aprile 1979).

file icon pdf VIA DOLOROSA_2020.pdf






 

VIA CRUCIS MEDITATA - VI venerdi' di quaresima

file icon pdf via crucis in tempo di COVID_2020.pdf


file icon pdf Via Cucis OPERE DI MISERICORDIA.pdf

INTRODUZIONE -


Il testo che segue è stato tratto dall'Osservatore Romano" del 30 marzo 2020, sul sito

https://www.vaticannews.va/it/osservatoreromano/news/2020-03/umanita-ferita-fraternita-ritrovata.html

"La sorpresa del potere salvifico della sofferenza":

Molti stanno riscoprendo pagine di letteratura che descrivono gli effetti di improvvisi flagelli che si abbattono sul mondo, come accade nel tempo del coronavirus. Nel romanzo La peste, di Albert Camus, è interessante leggere la conclusione alla quale l’autore fa giungere il medico ateo Rieux: «Un mondo senza amore è come un mondo morto; viene sempre un’ora in cui ci si stanca delle prigioni, del lavoro e del coraggio, per domandare il viso di una creatura e un cuore che l’affetto riempie di stupore».

In questi giorni drammatici siamo sorpresi dal potere salvifico della sofferenza, dal miracolo di un amore nuovo, improvviso, che come un drammatico e provvidenziale dolore sta riscattando un mondo impaurito e ferito, che ritrova la voglia di vivere e di non morire, che torna ad esaltare le ragioni della vita dinanzi allo spirito di morte. Sì, la sofferenza. La sofferenza derivante dalla privazione delle nostre libertà fondamentali, dei nostri beni insopprimibili come la salute o l’affetto di un familiare o amico; la sofferenza di anziani e giovani contagiati o quella di medici e operatori che per spirito di servizio il contagio stanno subendo, hanno provocato il risveglio della nostra coscienza morale assuefatta al male, suscitato in noi un nuovo anelito di vita interiore, restituito la misura della nostra umanità, rivelato un nuovo desiderio di fraternità. Sono intimamente convinto che sarà proprio la “fraternità” il principio unificatore e ridefinitore delle nostre società all’indomani di questa severa prova; sarà lo “spirito della fraternità” a rendere più giuste e più vere tutte le nostre libertà individuali e collettive, ad accendere, per dirla con Camus, «un affetto che riempie di stupore».

Una pagina della Laudato si’ mostra tutta la sua forza profetica, allorquando Papa Francesco afferma: «Occorre sentire nuovamente che abbiamo bisogno gli uni degli altri, che abbiamo una responsabilità verso gli altri e verso il mondo… Già troppo a lungo siamo stati nel degrado morale, prendendoci gioco dell’etica, della bontà, della fede, dell’onestà… Tale distruzione di ogni fondamento della vita sociale finisce col metterci l’uno contro l’altro per difendere i propri interessi, provoca il sorgere di nuove forme di violenza e crudeltà e impedisce lo sviluppo di una vera cultura della cura dell’ambiente».

Questo “sentire”, non imposto da principi di solidarismo politico o di solidarietà sociale, ma dal “principio di fraternità”, si sta miracolosamente impossessando dei cuori umani: sarà il più potente antidoto al realismo della rassegnazione e a un futuro che apparrebbe senza speranza. Il coronavirus, seppure così infausto, sta permettendo alle anime di non restare più indietro e di non lasciarsi ancora contagiare dall’indifferenza umana. Come d’improvviso, divenuti più poveri, siamo spinti a sperare come fanno loro.

«I poveri ci insegnano a sperare» ci ricorda George Bernanos nel suo Diario di un curato di campagna: nulla hanno da perdere e ci insegnano che per vivere dobbiamo dipendere da Dio e gli uni dagli altri. Come d’improvviso, l’anziano, il migrante straniero, il diverso da me, il vicino più o meno prossimo non ci fanno più paura, non sembrano minacciare le nostre paci immobili e vengono benevolmente inclusi nel nostro comune destino. E, meraviglioso dono all’umanità smarrita e ripiegata su di sé, torniamo a pregare. Pregando sentiamo fluire in noi una nuova voglia di amare, recuperiamo non solo il dialogo vitale con Dio, ma anche con gli altri; diveniamo capaci di un linguaggio — i social lo attestano — che miracolosamente attenua accenti volgari e violenti.

Un bel sondaggio della swg, realizzato in Italia in queste ore, dà corpo a questo stupore, evidenziando “tempi nuovi” generati o, ancor meglio, spiritualmente rigenerati dal coronavirus. Più che in passato, il 19 per cento degli intervistati afferma di pregare e di seguire il proprio credo; il 27 per cento di dialogare con il congiunto in casa; il 29 di dialogare con i propri figli; il 38 di riflettere e pensare; il 36 di stare attento alla salute.

Nel Tempo di Quaresima, che mai come quest’anno ci ricorda il valore del Cristo sofferente, che si offre per riscattare tutte le ingiustizie del mondo, possiamo ascoltare e vivere le parole del profeta Zaccaria: «Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto» (Zc 12, 10). Nell’ostensione del Corpo eucaristico innalzato al Cielo da Papa Francesco, nella Piazza cuore della cristianità, erano tutti i nostri sguardi di tenerezza, i nostri insopprimibili aliti di vita, le nostre speranze accese di passione, le nostre preghiere mute e gridate a Dio. Non è tenebroso e invalicabile il Cielo sopra di noi: le nostre trafitture saranno lenite da un balsamo di consolazione che scenderà benefico sull’umanità intera. La nostra Pasqua di sofferenza sarà solo e sempre Pasqua di salvezza, Pasqua di fraternità ritrovata. (di Salvatore Martinez.).







VIA CRUCIS MEDITATA - V venerdì di Quaresima 

LA SINDONE

Passio Christi passio hominis

VIA CRUCIS  - VIA DI MISERICORDIA
 

1° LETTORE: Dalla bolla di indizione del Giubileo straordinario della Misericordia

Chi vede Gesù vede il Padre (cfr Gv 14,9).

Gesù di Nazareth con la sua parola,
con i suoi gesti e con tutta la sua persona
rivela la misericordia di Dio.

Nel nome del Padre, del Figlio….

O Dio vieni a salvarmi,

TUTTI: Signore vieni presto in mio aiuto.


PRIMA STAZIONE - GESÙ LAVA I PIEDI AI DISCEPOLI

TUTTI: Noi ti adoriamo o Cristo e ti benediciamo.
Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo.
Davanti al tuo Volto, Signore,  portiamo: le ferite di tutti i bambini del mondo

Vangelo di Giovanni: Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine. Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell'acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l'asciugamano di cui si era cinto.

(San Giovanni Paolo II- Ostensione della Sindone 24 maggio 1998). Entrando nel Duomo di Torino, mi sono fermato in adorazione davanti all'Eucarestia, il Sacramento che sta al centro delle attenzioni della Chiesa e che, sotto apparenze umili, custodisce la presenza vera, reale e sostanziale di Cristo.   Alla luce della presenza di Cristo in mezzo a noi, ho sostato poi davanti alla Sindone, il prezioso Lino che può esserci d'aiuto per meglio capire il mistero dell'amore del Figlio di Dio per noi. Davanti alla Sindone, immagine intensa e struggente di uno strazio inenarrabile, desidero rendere grazie al Signore per questo dono singolare, che domanda al credente affezione amorosa e disponibilità piena alla sequela del Signore. La Sindone per i credenti si pone come uno dei segni più sconvolgenti dell'amore sofferente del Redentore.

TUTTI: PADRE NOSTRO


SECONDA STAZIONE - GESÙ RICEVE LA CROCE

TUTTI: Noi ti adoriamo o Cristo e ti benediciamo
Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo.
Davanti al tuo Volto, Signore,  portiamo: le persone condannate da falsi pregiudizi 

Vangelo di Marco:  La folla, che si era radunata, cominciò a chiedere ciò che egli era solito concedere. Pilato rispose loro: "Volete che io rimetta in libertà per voi il re dei Giudei?". Sapeva infatti che i capi dei sacerdoti glielo avevano consegnato per invidia. Ma i capi dei sacerdoti incitarono la folla perché, piuttosto, egli rimettesse in libertà per loro Barabba. Pilato disse loro di nuovo: "Che male ha fatto?". Ma essi gridarono più forte: "Crocifiggilo!". Pilato, volendo dare soddisfazione alla folla, rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso.

RIFERIMENTO. ALLA SINDONE: Dallo studio dell'impronta impressa sulla Sindone, risulta evidente come l'uomo che vi fu avvolto sia stato percosso brutalmente nelle ore precedenti la sua morte. Sulla schiena, sul tronco e  sugli arti inferiori si riscontrano oltre un centinaio di ferite di circa due centimetri: sono lesioni provocate dal flagello, strumento romano di tortura. Si contano piu’ di 370 ferite lacero-contuse flagello. Se si tenesse conto anche delle ferite laterali, che non appaiono sulla sindone, il numero aumenterebbe ancora.

TUTTI: PADRE NOSTRO


TERZA STAZIONE - GESÙ CADE PER LA PRIMA VOLTA

TUTTI: Noi ti adoriamo o Cristo e ti benediciamo
Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo.
Davanti al tuo Volto, Signore, portiamo: le ferite e le divisioni della Chiesa

Vangelo di Matteo: "Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero".

RIFERIMENTO. ALLA SINDONE : Durante il percorso verso il Calvario era molto probabile che il condannato cadesse più volte a terra con la faccia in avanti a causa del peso non trascurabile della Croce, della già subita fustigazione e delle asperità del terreno. Il fatto poi di avere le braccia distese e legate all’asse trasversale della Croce impediva al condannato di proteggersi il viso. Sul volto della Sindone si notano infatti tumefazioni e ferite lacero-contuse. Sono visibili soprattutto in corrispondenza delle arcate orbitali e particolarmente sulla parte destra del volto, che si presenta più gonfio del sinistro. Il naso appare deviato a causa di una frattura da caduta.

TUTTI: PADRE NOSTRO


QUARTA STAZIONE - GESÙ INCONTRA LA MADRE

TUTTI: Noi ti adoriamo o Cristo e ti benediciamo. Perché……
Davanti al tuo Volto, Signore,  portiamo tutte le persone che costruiscono la pace

Vangelo di Luca: Simeone, a Maria, sua madre, disse: “Ecco, egli è qui per la caduta e risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione e anche a te una spada trafiggerà l’anima, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori”. Maria custodiva tutte queste cose nel suo cuore.

(San Giovanni Paolo II- Ostensione della Sindone 24 maggio 1998).  La Sindone è anche immagine di impotenza: impotenza della morte, in cui si rivela la conseguenza estrema del mistero dell'Incarnazione. Il telo sindonico ci spinge a misurarci con l'aspetto più conturbante del mistero dell'Incarnazione, che è anche quello in cui si mostra con quanta verità Dio si sia fatto veramente uomo, assumendo la nostra condizione in tutto, fuorché nel peccato.

TUTTI: PADRE NOSTRO


QUINTA STAZIONE - GESÙ È AIUTATO DA SIMONE DI CIRENE

TUTTI: Noi ti adoriamo o Cristo e ti benediciamo. Perché……
Davanti al tuo Volto, Signore,  portiamo: la sofferenza di chi è lasciato solo, specialmente in questi giorni difficili per l’intera umanità.

Vangelo di Luca Mentre lo conducevano via, fermarono un certo Simone di Cirene, che tornava dai campi, e gli misero addosso la croce, da portare dietro a Gesù.

RIFERIMENTO. ALLA SINDONE: Sulla schiena, specialmente nella parte più alta, si osservano delle ecchimosi a forma quadrangolare, riferibili ai segni lasciati da un oggetto pesante e ruvido che può essere identificato con il "patibulum", l'asse orizzontale della croce che a volte il condannato portava da solo su di sé sino al luogo dell'esecuzione e che era molto pesante.

Padre Nostro


SESTA STAZIONE - LA VERONICA ASCIUGA IL VOLTO DI GESù

TUTTI: Noi ti adoriamo o Cristo e ti benediciamo. Perché……
Davanti al tuo Volto, Signore, portiamo: i popoli sofferenti per la guerra e per il dolore e l’incertezza di questo periodo che noi tutti stiamo vivendo

Dal profeta Isaia:
Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi,
non splendore per poterci piacere.
Disprezzato e reietto dagli uomini,
uomo dei dolori che ben conosce il patire,
come uno davanti al quale ci si copre la faccia"

RIFERIMENTO. ALLA SINDONE:  CORONAZIONE DI SPINE: una singolare corona intrecciata di lunghe spine fu posta sul capo dell’uomo della Sindone. Osservando il sudario si notano in corrispondenza della  fronte e della nuca impronte puntiformi sicuramente correlabili a ferite da punta. Guardando attentamente l’immagine siamo indotti a pensare che la corona di spina avvolgesse come un casco tutto il capo, visti i segni di molte ferite anche sulla calotta cranica e sulle tempie.

TUTTI: PADRE NOSTRO 


SETTIMA  STAZIONE - GESÙ CADE PER LA SECONDA VOLTA

TUTTI: Noi ti adoriamo o Cristo e ti benediciamo. Perché……
Davanti al tuo Volto, Signore, portiamo: i poveri e gli emarginati per le malattie mentali

Lettera di Pietro." Egli portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce, perché, non vivendo più per il peccato, vivessimo per la giustizia; dalle sue piaghe siete stati guariti".

RIFERIMENTO. ALLA SINDONE: nel volto  sindonico si osservano evidenti segni da caduta: ci sono tumefazioni sulla fronte, sulle arcate sopracciliari, sugli zigomi, sulle guance, e sul naso (dove sono presenti escoriazioni,  sanguinamento dall’occhio destro e dalla bocca. Entrambe le ginocchia presentano escoriazioni, molto probabilmente dovute proprio alle cadute dell’uomo condannato.

TUTTI: PADRE NOSTRO


OTTAVA STAZIONE - GESÙ INCONTRA LE DONNE

TUTTI: Noi ti adoriamo o Cristo e ti benediciamo. Perché……

Davanti al tuo Volto, Signore, portiamo: le famiglie, chi soffre per la perdita del lavoro, tutti i medici e gli infermieri, i ragazzi delle corsie dei supermercati, chi lavora negli ospedali alle pulizie, chi pulisce le strade, tutti noi che operiamo con pazienza per il bene comune con il sacrificio dell’isolamento, gli ammalati che non possono accedere alle cure mediche, i giovani, i sacerdoti, le persone che hanno un ammalato negli ospedali, i politici. Davanti al tuo volto misericordioso portiamo anche chi è nel nostro cuore.

Vangelo di Luca: Lo seguiva una grande moltitudine di popolo e di donne, che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Gesù, voltandosi verso di loro, disse: "Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: "Beate le sterili, i grembi che non hanno generato e i seni che non hanno allattato". Allora cominceranno a dire ai monti: "Cadete su di noi!", e alle colline: "Copriteci!". Perché, se si tratta così il legno verde, che avverrà del legno secco?".

(San Giovanni Paolo II- Ostensione della Sindone 24 maggio 1998). La Sindone è un “venire a vedere” questo segno tragico ed illuminante della Passione, che annuncia l'amore del Redentore. Questa icona del Cristo abbandonato nella condizione drammatica e solenne della morte, che da secoli è oggetto di significative raffigurazioni e che da cento anni, grazie alla fotografia, è diffusa in moltissime riproduzioni. Essa esorta ad andare al cuore del mistero della vita e della morte per scoprire il messaggio grande e consolante che ci è stato in essa consegnato. La Sindone ci presenta Gesù al momento della sua massima impotenza e ci ricorda che nell'annullamento di quella morte sta la salvezza del mondo intero. La Sindone diventa così un invito a vivere ogni esperienza, compresa quella della sofferenza e della suprema impotenza, nell'atteggiamento di chi crede che l'amore misericordioso di Dio vince ogni povertà, ogni condizionamento, ogni tentazione di disperazione.

TUTTI: PADRE NOSTRO


NONA STAZIONE - GESÙ CADE PER LA TERZA VOLTA

TUTTI: Noi ti adoriamo o Cristo e ti benediciamo. Perché……
Davanti al tuo Volto, Signore,  portiamo: tutte le persone che soffrono la fame e la sete, la distruzione dei loro territori, portiamo Signore anche la nostra “Casa Comune”.

dalla lettera agli ebrei: "Pur essendo Figlio, imparò l'obbedienza da ciò che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono" .

RIFERIMENTO. ALLA SINDONE  il sangue sul telo della sindone e’ sangue umano del gruppo AB. Esso rivela caratteristiche tipiche del sangue di un uomo che ha sofferto molti traumi ed è stato sottoposto ad enormi fatiche fisiche: l’intensa flagellazione, le numerose ferite della corona di spine, le spalle segnate da lesioni per il trasporto del legno della croce, le escoriazioni da caduta sulle ginocchia,  le tumefazioni del volto, la perdita di sangue nell’orto del Getzemani, l’intensa sudorazione da fatica. Tutto ciò ha portato l’uomo della Sindone a subire una forte disidratazione causando una sete intensissima e a patire un grande dolore.

TUTTI: PADRE NOSTRO


DECIMA STAZIONE - GESÙ SPOLIATO DALLE SUE VESTI

TUTTI: Noi ti adoriamo o Cristo e ti benediciamo. Perché……
Davanti al tuo Volto, Signore,  portiamo: tutte le persone che in questo momento di pericolo vivono per la strada, i carcerati che sono isolati e soli, i governanti e tutte le persone che hanno potere decisionale.

Dal vangelo di Giovanni: "I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti, ne fecero quattro parti - una per ciascun soldato - e la tunica. Ma quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d'un pezzo da cima a fondo. 24Perciò dissero tra loro: "Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca". Così si compiva la Scrittura, che dice:Si sono divisi tra loro le mie vesti e sulla mia tunica hanno gettato la sorte"

RIFERIMENTO. ALLA SINDONE - togliendo le vesti al condannato i soldati riaprono le ferite della flagellazione con ulteriore perdita di liquidi e grande dolore. Le suore clarisse di Chambery, che restaurarono la sindone dopo l’incendio del 1532, contemplarono a lungo il sacro lino e fecero questa descrizione delle ferite da flagello impresse nell’immagine: “ le lividure dei colpi di flagello sono così frequenti sul petto, che a mala pena si può trovare un posto della grandezza di una punta di spillo esente da colpi. Esse si incrociano sempre e si estendono lungo tutto il corpo, fino alla punta dei piedi,  le spalle sono interamente lacerate e contuse dai colpi di frusta che appaiono dappertutto”.

TUTTI: PADRE NOSTRO


UNDICESIMA  STAZIONE - GESÙ SULLA CROCE, GRIDA AL PADRE

TUTTI: Noi ti adoriamo o Cristo e ti benediciamo. Perché……
Davanti al tuo Volto, Signore, portiamo: chi costruisce ponti di solidarietà, tutti coloro che in questo momento di incertezza cercano di soccorre il prossimo, anche con un sorriso.

Vangelo di Marco: Condussero Gesù al luogo del Gòlgota, che significa "Luogo del cranio", e gli davano vino mescolato con mirra, ma egli non ne prese. Poi lo crocifissero e si divisero le sue vesti, tirando a sorte su di esse ciò che ognuno avrebbe preso. Erano le nove del mattino quando lo crocifissero. Venuto mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. Alle tre Gesù gridò con voce forte: EloEloì, lemà sabactàni,che significa: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?

RIFERIMENTO. ALLA SINDONE - Sul polso sinistro è ben visibile una ferita di forma ovale, riconducibile alla infissione del chiodo. Tale ferita non si presenta nel palmo della mano, secondo le immagini tradizionali della crocifissione, ma nel polso, esattamente in uno spazio libero tra le ossa del carpo. Un'analoga ferita è presente anche sul polso destro, ma non è visibile sulla Sindone perché coperta dalla mano sinistra. La pianta del piede destro è nitidamente impressa sul telo, mentre del sinistro è visibile solo la parte posteriore, in prossimità del tallone. Ciò suggerisce che la crocifissione sia avvenuta utilizzando un solo chiodo e sovrapponendo il piede sinistro al destro. Sulla pianta del piede destro si nota il foro di uscita del chiodo, da cui si dipartono rivoli di sangue che scendono verso le dita.

TUTTI: PADRE NOSTRO


DODICESIMA  STAZIONE - GESÙ MUORE SULLA CROCE E CONSEGNA LO SPIRITO

TUTTI: Noi ti adoriamo o Cristo e ti benediciamo. Perché……
Davanti al tuo Volto, Signore,  portiamo: tutte le persone che sono morte a causa del coronavirus, tutti i loro cari. Tutte le persone che ancora soffrono e muoio a causa della guerra. Tutte le vittime del “Mediterraneo”, della fame, delle malattie specialmente le persone dei paesi più poveri.

Vangelo di Giovanni Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: "Donna, ecco tuo figlio!". Poi disse al discepolo: "Ecco tua madre!". E da quell'ora il discepolo l'accolse con sé. Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: "Ho sete . Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l'aceto, Gesù disse: "È compiuto!". E, chinato il capo, consegnò lo spirito. Uno dei soldati gli colpì il fianco con la lancia e subito ne uscì sangue e acqua» (Gv 19,34)

RIFERIMENTO. ALLA SINDONE - Sulla parte destra del petto spicca una grande ferita di forma ovoidale all'altezza del quinto spazio intercostale destro che fu inferta solo dopo la morte dell’uomo sulla croce. Più cause concomitanti portarono alla morte: un arresto cardiaco, associato ad infarto, che sopraggiunse al termine di una sequela di grandi sofferenze: la perdita di sangue per le torture, una grave insufficienza respiratoria e disidratazione abbondante. Dopo l’infarto, il cuore di Cristo subì una rottura con un dolore acutissimo. Dopo la morte e in seguito alla rottura del cuore la parte liquida del sangue si separò dalla cellule e dalla ferita al costato subito fuoriuscì sangue e acqua (siero). Gesù morì dopo tre ore di agonia sulla croce.

TUTTI: PADRE NOSTRO


TREDICESIMA  STAZIONE - GESÙ E’ DEPOSTO DALLA CROCE

TUTTI: Noi ti adoriamo o Cristo e ti benediciamo. Perché……
Davanti al tuo Volto, Signore,  portiamo: tutti i missionari del mondo  e le persone che ti stanno sinceramente cercando

Vangelo di Giovanni. Dopo questi fatti Giuseppe di Arimatea, che era discepolo di Gesù, ma di nascosto, per timore dei Giudei, chiese a Pilato di prendere il corpo di Gesù. Pilato lo concesse. Allora egli andò e prese il corpo di Gesù".

(San Giovanni Paolo II- Ostensione della Sindone 24 maggio 1998). La Sindone è immagine del silenzio. C'è un silenzio tragico dell'incomunicabilità (che ha nella morte la sua massima espressione) e c'è il silenzio della fecondità (che è proprio di chi rinuncia a farsi sentire all'esterno per raggiungere nel profondo le radici della verità e della vita). La Sindone esprime non solo il silenzio della morte, ma anche il silenzio coraggioso e fecondo del superamento dell'effimero grazie all'immersione totale nell'eterno presente di Dio. Essa offre così la commovente conferma del fatto che l'onnipotenza misericordiosa del nostro Dio non è arrestata da nessuna forza del male, ma sa anzi far concorrere al bene la stessa forza del male.
Il nostro tempo ha bisogno di riscoprire la fecondità del silenzio, per superare la dissipazione dei suoni, delle immagini, delle chiacchiere che troppo spesso impediscono di sentire la voce di Dio.

TUTTI: PADRE NOSTRO


QUATTORDICESIMA  STAZIONE - GESÙ E’ DEPOSTO NEL SEPOLCRO

TUTTI: Noi ti adoriamo o Cristo e ti benediciamo. Perché……
Davanti al tuo Volto, Signore, portiamo: i nostri cari defunti e tutte le persone per cui nessuno prega più.

Vangelo di Giovanni "Essi presero allora il corpo di Gesù, e lo avvolsero in bende insieme con oli aromatici, com'è usanza seppellire per i Giudei. Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora deposto. Là dunque deposero Gesù, a motivo della Preparazione dei Giudei, poiché quel sepolcro era vicino. "

…Nel giorno dopo il sabato, giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra, e il sudario, che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte. Allora entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura, che egli cioè doveva risuscitare dai morti.


1° LETTORE: Dalla bolla di indizione del Giubileo straordinario della Misericordia

Abbiamo sempre bisogno di contemplare il mistero della misericordia.
È fonte di gioia, di serenità e di pace. È condizione della nostra salvezza.
Misericordia: è la parola che rivela il mistero della SS. Trinità.
Misericordia: è l’atto ultimo e supremo con il quale Dio ci viene incontro.
Misericordia: è la legge fondamentale che abita nel cuore di ogni persona quando guarda con occhi sinceri il fratello che incontra nel cammino della vita.
Misericordia: è la via che unisce Dio e l’uomo, perché apre il cuore alla speranza di essere amati per sempre nonostante il limite del nostro peccato.


TUTTI: PADRE NOSTRO

Preghiera finale: Lode alla SS. Trinità Misericordia
Meditazioni e riferimenti alla Sindone dal: Sito Ufficiale della Santa Sindone della Diocesi di Torino.


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PREGHIERA AL VOLTO SANTO:
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VIA CRUCIS MEDITATA - IV venerdì di Quaresima 

Via Crucis con le riflessioni di Papa Giovanni XXIII

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.  Amen. – 
Via Crucis per Papa Francesco e secondo le sue intenzioni.

TUTTI: Pater, Ave, Gloria Ave Maria.

I Stazione: Gesù è condannato a morte

TUTTI: Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Dal Vangelo di Marco. Pilato disse loro: “Volete che io rimetta in libertà per voi il re dei Giudei?”. Ma i capi dei sacerdoti incitarono la folla perché, piuttosto, egli rimettesse in libertà per loro Barabba. Pilato disse loro: “Che male ha fatto?”. Ma essi gridarono più forte: “Crocifiggilo!”. Pilato, volendo dare soddisfazione alla folla, rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso.

Riflessione  Di tutti i mali che, per così dire, avvelenano gli individui, i popoli, le nazioni, e così spesso turbano l’animo di molti, causa e radice è l’ignoranza della verità. E non l’ignoranza soltanto, ma talvolta anche il disprezzo e uno sconsiderato disconoscimento del vero. Di qui errori d’ogni genere, che penetrano negli animi e si infilano nelle strutture sociali, tutto sconvolgendo con grande rovina dei singoli e dell’umana convivenza. Eppure Dio ci ha dato una ragione capace di conoscere le verità naturali. Seguendo la ragione seguiamo Dio stesso, che ne è l’autore e insieme legislatore e guida della nostra vita.

TUTTI: Tu che hai accettato in silenzio la condanna, Tu che sei la via, la verità e la vita, Tu che ci chiami a seguirti con fede: Aumenta, Signore, la nostra fede.  Gloria al Padre…


II Stazione: Gesù è caricato della Croce

TUTTI: Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Dal Vangelo di Matteo. Dopo averlo deriso, i soldati spogliarono Gesù del mantello e gli rimisero le sue vesti, poi lo condussero via per crocifiggerlo.

Riflessione: Impariamo da Gesù a non arrabbiarci, a non perdere la pazienza con nessuno, a non nutrire nel nostro cuore avversioni per quelli che, crediamo, ci abbiano fatto del male. Impariamo a compatirci l’un l’altro, perché tutti abbiamo i nostri difetti, e chi non ne ha uno, ne ha un altro. Impariamo a volere bene a tutti; mi capite? A tutti, anche a quelli che ci fanno del male o ce ne hanno fatto. Impariamo a perdonare, a pregare anche per loro, che forse dinanzi a Dio sono più buoni di noi.

TUTTI: Tu che ci hai preparato un regno di luce, Tu che ci accompagni con la tua preghiera, Tu che ci sostieni nei momenti di sconforto: Donaci la fede, Signore. Gloria al Padre…


III Stazione: Gesù cade per la prima volta

TUTTI: Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Dal libro di Isaia. Egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori; e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato. Egli è stato trafitto per le nostre colpe, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà la salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe siamo stati guariti.

Riflessione La vita umana è un pellegrinare continuo, lungo e pesante. Su su, per l’erta sassosa, per la strada segnata a tutti su quel colle. […] Gesù rappresenta il genere umano. Guai se per ciascuno di noi non ci fosse la sua croce: l’uomo, tentato di egoismo, d’insensibilità, o prima o poi soccomberebbe per via. Dalla contemplazione di Gesù che ascende al Calvario, noi apprendiamo, col cuore prima che con la mente, ad abbracciare e baciare la croce, a portarla con generosità, con trasporto, secondo le parole dell’imitazione di Cristo: “Nella croce sta la salvezza, nella croce sta la vita, nella croce sta la protezione dei nemici, l’effusione di una celeste soavità”.

TUTTI: Tu che ci chiami dal sepolcro del peccato, - Tu che ti chini su di noi per salvarci, Tu che sei presente in ogni momento della nostra vita: Donaci la tua vita, Signore. Gloria al Padre..


IV Stazione: Gesù incontra sua Madre

TUTTI: Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Dal Vangelo di Luca. Simeone, a Maria, sua madre, disse: “Ecco, egli è qui per la caduta e risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione e anche a te una spada trafiggerà l’anima, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori”. Maria custodiva tutte queste cose nel suo cuore.

Riflessione Come non estendere la preghiera a Maria che seguì, addolorata, Gesù con uno spirito di tale e tanta partecipazione ai suoi meriti, ai suoi dolori? Il mistero ci ponga davanti agli occhi la visione di tanti poveri tribolati: orfani, vecchi, malati, prigionieri, deboli, esiliati. Per tutti, chiediamo la forza, chiediamo la consolazione che sola dà speranza. Noi dunque portiamo sempre Gesù nel cuore: fonte di fortezza, di consolazione, di ogni conforto.

TUTTI: Tu che ci hai donato Maria come madre, Tu che con la tua passione ci hai aperto la via del cielo, Tu che ci sostieni nelle prove di ogni giorno: Apri il nostro cuore alla fede, Signore. Gloria al Padre…


V Stazione: Gesù è aiutato dal Cireneo a portare la Croce 

TUTTI: Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Dal Vangelo di Luca. Mentre [i soldati] lo conducevano via, fermarono un certo Simone di Cirene, che tornava dai campi, e gli misero addosso la croce, da portare dietro a Gesù.

Riflessione: Molti sono portati a giudicare come mali, e mali assoluti, tutte le sventure fisiche di quaggiù. Hanno dimenticato che il dolore è retaggio dei figli di Adamo; hanno dimenticato che il solo vero male è la colpache offende il Signore; e che dobbiamo guardare alla Croce di Gesù, come la guardarono gli Apostoli, i Martiri, i Santi, maestri e testimoni che nella Croce è conforto e salvezza, e che nell’amore di Cristo non si vive senza dolore. A voi, che vivete nella sofferenza, pertanto diciamo: Coraggio, figliuoli! Siete i prediletti del Cuore di Gesù, perché possiamo ripetervi con S. Paolo: “A voi per Cristo fu fatta la grazia non solo di credere in lui, ma anche di patire per lui”.

TUTTI: Tu che hai lavato i piedi ai tuoi discepoli, Tu che ci hai insegnato ad amare con i fatti, Tu che hai curato le nostre ferite: Donaci, Signore, le opere della fede. Gloria al Padre…

VI Stazione: La Veronica asciuga il volto di Gesù

TUTTI: Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Dal libro di Isaia. È cresciuto come un virgulto davanti a lui e come una radice in terra arida. Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per poterci piacere. Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia; era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima.

Riflessione Quando mi chiedo che cosa mi convenga fare per piacere di più al Signore, per farmi santo, non sento altra risposta: “Continua a stare nell’obbedienza come stai, fai le tue cose ordinarie, giorno per giorno, senza smanie, senza singolarità”. Continuerò dunque a vivere alla giornata, ma offrendo con più ardente passione a Gesù questo mio vivere così. Nella vita, del resto, non conta il rumore che si fa, le cose che si vedono, ma l’amore con cui si compie la volontà di Dio.

TUTTI: Tu che hai impresso in noi il tuo volto di luce, Tu che accogli i nostri gesti d’amore, Tu che non disprezzi la nostra povertà, : Apri i nostri occhi alla fede, Signore. Gloria al Padre…

VII Stazione: Gesù cade per la seconda volta

TUTTI: Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Dalla prima lettera di Pietro. Egli non commise peccato e non si trovò inganno sulla sua bocca, insultato non rispondeva con insulti, maltrattato non minacciava vendetta, ma si affidava a colui che giudica con giustizia. Egli portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce, perché, non vivendo più per il peccato, vivessimo per la giustizia.

Riflessione Quante mancanze anche questa settimana: ho da rimproverarmi di aver voluto fare lo spiritoso, lasciandomi sfuggire qualche parola inutile o sciocca, di aver voluto fare il sapiente e giudicare. È il mio vecchio amor proprio che si è fatto sentire. Fra tutte queste miserie posso, però, ringraziare il Signore di non avermi abbandonato, come meritavo. Io serbo ancora, grazie a Dio, la voglia di far bene e con questa devo andare avanti.

TUTTI: Tu che hai sofferto paura e angoscia, Tu che sei l’origine e il fondamento della nostra fede,  Tu che ci ridoni speranza e fiducia:Rialzaci, Signore, nella tua fedeltà. Gloria al Padre…


VIII Stazione: Gesù incontra le donne di Gerusalemme

TUTTI: Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Dal Vangelo di Luca.  Lo seguiva una grande moltitudine di popolo e di donne, che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso di loro, disse: “Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco verranno giorni nei quali si dirà: ‘Beate le sterili, i grembi che non hanno generato e i seni che non hanno allattato’. Allora cominceranno a dire ai monti: ‘Copriteci!’. Perché, se si tratta così il legno verde, che avverrà del legno secco?”.

Riflessione Una grande paura sembra dominare talora gli uomini di chiesa e in genere chi segue il Vangelo: la paura di essere ritenuti dei sorpassati. Non lasciamoci intimidire! La legge di Dio è là: semplice, chiara, grave; la millenaria esperienza della Chiesa è là, a nostra istruzione ed edificazione. Compiamo tutti il nostro dovere, e non abbandoniamoci alla rilassatezza ed allo scoraggiamento. Cristo ci ama!

TUTTI: Tu che risani le nostre ferite, Tu che apri i nostri occhi al mistero del Padre, Tu che infondi nei nostri cuori fiducia e conforto: Rinnova la nostra fede, Signore. Gloria al Padre…

IX Stazione: Gesù cade per la terza volta

TUTTI: Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Dalla lettera ai Filippesi. [Gesù] pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini. Dall’aspetto riconosciuto come uomo, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce.

Riflessione L’uomo non è mai così grande come quando sta in ginocchio. Ricordiamocene bene e sempre! Non è dunque la scienza la sommità della grandezza e della gloria di un uomo, ma è la coscienza di noi stessi, del nostro nulla dinanzi a Dio, la coscienza del bisogno di Dio, senza il quale siamo sempre molto piccoli, per quanto ci innalziamo alle altezze dei giganti.

TUTTI: Tu che ogni giorno ci tendi la mano, Tu che fai scendere su di noi la tua luce, Tu che ci chiami all’obbedienza della fede: Aiutaci, Signore, nella nostra incredulità. Gloria al Padre…

X Stazione: Gesù è spogliato delle vesti

TUTTI: Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Dal Vangelo di Giovanni. I soldati poi presero le sue vesti, ne fecero quattro parti – una per ciascun soldato – e la tunica. Ma quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra loro: “Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca”. Così si compiva la Scrittura, che dice: Si sono divisi tra loro le mie vesti e sulla mia tunica hanno gettato la sorte. E i soldati fecero così.

Riflessione

Tutti gli uomini che sono sulla terra portano in sé l’immagine di Dio. Eppure tanti non amano Dio, non lo servono, anzi lo calpestano, e moltissimi non lo conoscono nemmeno. Ecco il pensiero che mi deve accendere nel cuore il desiderio vivo di amarli, e, se non altro, di pregare per loro. Se tutti gli uomini rappresentano Dio, perché non li amerò tutti? Perché li disprezzerò? Perché non sarò con essi rispettoso? Questo è il riflesso che mi deve trattenere dall’offendere i miei fratelli in qualunque modo; ricordarmi che tutti sono immagine di Dio e forse l’anima loro è più bella e più cara al Signore che non la mia.

TUTTI: Tu che ci generi alla vita nuova, Tu che risplendi nelle tenebre dei nostri cuori, Tu che ci risollevi alla fede e alla speranza: Fa’ nascere in noi la fede, Signore. Gloria al Padre…

XI Stazione: Gesù è inchiodato sulla Croce

TUTTI: Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Dal Vangelo di Luca. Quando giunsero sul luogo chiamato Cranio, vi crocifissero lui e i malfattori, uno a destra e l’altro a sinistra. Gesù diceva: “Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno”. Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto e dicevano: “Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso”. Sopra di lui c’era anche una scritta: “Costui è il re dei Giudei”.

Riflessione Il Cristo confitto sul legno, annientato dal doloroso supplizio, tende le mani come per abbracciare tutti gli uomini. Egli vi insegnerà a qual prezzo si ottiene la salvezza del mondo. Egli è il modello e l’esempio da seguire: “A lui arriva solo chi cammina - sono le parole di S. Leone - per il sentiero della sua pazienza e della sua umiltà. Voi troverete le insidie dei cattivi, le persecuzioni degli infedeli, le minacce dei potenti, le offese dei superbi: tutte cose che il Signore delle virtù ed il Re della gloria ha percorso nella figura della nostra infermità proprio perché, tra i pericoli della vita presente, non desideriamo di scansarli con la fuga, ma piuttosto di superarli con la pazienza”.

TUTTI: Tu che hai accolto il ladrone pentito, Tu che ci ispiri sentimenti di compassione per gli altri,  Tu che raggiungi il cuore di ogni persona: Donaci una fede viva, Signore. Gloria al Padre…

XII Stazione: Gesù muore sulla Croce

TUTTI: Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Dal Vangelo di Matteo A mezzogiorno si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio.Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: “Elì, Elì, lemà sabactàni?”, che significa: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”. Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: “Costui chiama Elia”. E subito uno di loro corse a prendere una spugna, la inzuppò di aceto, la fissò su una canna e gli dava da bere. Gli altri dicevano: “Lascia! Vediamo se viene Elia a salvarlo!”. Ma Gesù di nuovo gridò a gran voce ed emise lo spirito.

Riflessione O dolcezza ineffabile! Il mio buon Gesù, morendo, ha chinato il capo per baciare i suoi diletti. Il Calvario è il monte degli amanti, l’accademia della dilezione. Per questo io devo rendermelo familiare assai, anche perché là fu fatta la prima e più solenne apparizione del Sacro Cuore. Il Crocifisso mi deve essere sempre argomento di grande conforto e sollievo nelle mie miserie. Gesù estende le sue braccia sulla croce per abbracciare i peccatori. Quando avrò commesso qualche mancanza o mi sentirò turbato, mi immaginerò di prostrarmi ai piedi della croce, come la Maddalena, e di ricevere sul mio capo quella pioggia di sangue e di acqua che uscì dal cuore ferito del Salvatore.

TUTTI: Tu che hai assunto la nostra umanità, Tu che non sei fuggito dinanzi alla croce, Tu che ci liberi da ogni paura: Donaci la vita di fede, Signore. Gloria al Padre…

XIII Stazione: Gesù è deposto dalla Croce

TUTTI: Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Dal Vangelo di Giovanni. Dopo questi fatti Giuseppe di Arimatea, che era discepolo di Gesù, chiese a Pilato di prendere il corpo di Gesù. Pilato lo concesse. Allora egli andò e prese il corpo di Gesù. Vi andò anche Nicodèmo – quello che in precedenza era andato da lui di notte – e portò circa trenta chili di una mistura di mirra e di àloe. Essi presero allora il corpo di Gesù e lo avvolsero con teli, insieme ad aromi, come usano fare i Giudei per preparare la sepoltura.

Riflessione Il mio gran libro, da cui qui innanzi dovrò attingere con maggior cura ed affetto le divine lezioni di alta sapienza, è il Crocifisso. Mi devo fare un abito di giudicare dei fatti e di tutta la scienza umana alla stregua dei principi di questo gran libro. È troppo facile lasciarmi ingannare dalle vane apparenze e dimenticarmi della vera fonte della verità. Guardando al Crocifisso sentirò sciogliermi tutte le difficoltà. Quando il mio amor proprio, approfittandosi di qualche momento di disattenzione, costruirà i suoi castelli in aria, mi vorrà far volare, volare, io mi faccio una legge di pensare sempre a questi tre luoghi: il Getsemani, la casa di Caifas, il Calvario.

TUTTI: Tu che ci hai aperto i tesori del tuo cuore, Tu che ci lavi da ogni peccato, Tu che ci disseti con l’acqua viva del tuo amore: Donaci lo spirito di fede, Signore. Gloria al Padre…

XIV Stazione: Gesù è posto nel sepolcro

TUTTI: Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Dal Vangelo di Matteo. Giuseppe [d’Arimatea] prese il corpo [di Gesù], lo avvolse in un lenzuolo pulito e lo depose nel suo sepolcro nuovo, che si era fatto scavare nella roccia; rotolata poi una grande pietra all’entrata del sepolcro, se ne andò.

Riflessione

Indicando le sofferenze del Signore, le celebrazioni pasquali invitano a morire al peccato, a “toglier via il vecchio fermento il fermento della malizia e dell’iniquità”, per diventare nuova creatura. Se Colui che è Figlio di Dio per natura ha voluto “farsi obbediente fino alla morte, e alla morte in croce”, noi, da Lui resi figli di Dio per grazia, abbiamo il dovere di imitare e di riprodurre i suoi atti.

TUTTI: Tu che hai vinto la morte, Tu che rendi possibili le meraviglie dell’amore, Tu che ci avvolgi di luce e di vita: Aiutaci, Signore, nel cammino di fede. Gloria al Padre… 

Preghiera finale 
di Papa Giovanni XXIII 

O Salvatore di tutte le genti;
O Gesù innocente vittima pasquale,
che hai riconciliato i peccatori col Padre,
effondi ogni desiderato dono
su tutti e singoli i membri dell’umana famiglia,
affinché questa tua luce che sta per riaccendersi
discacci dalle menti le tenebre dell’errore:
purifichi le intimità dei cuori;
rischiari per ciascuno il tragitto della propria vocazione:
e susciti nel mondo universo
ardori ed imprese di carità,
di giustizia, di amore e di pace.

Amen.

Pater, Ave, Gloria.



La sofferenza vissuta con amore non va perduta

San Giovanni XXIII – Udienza agli ammalati

“Guardatela, diletti figli, nelle vostre sofferenze, per ricavare dalla meditazione della croce tutto il frutto spirituale promesso alla sofferenza cristiana. Occorre avere in voi il dono della grazia, che è la vita propria dell’anima cristiana. Nella grazia troverete forza, non solo di accettare le sofferenze con rassegnazione, ma di amarle come le amarono i Santi; i vostri dolori non andranno perduti, ma potranno unirsi ai dolori del Crocifisso, ai dolori della Vergine, la più innocente delle creature; e la vostra vita potrà così diventare veramente conforme nell’immagine del figlio di Dio, re dei dolori, e la più sicura via per il Cielo. Ma vi è di più. La Passione di Gesù vi rivelerà altresì la fecondità immensa della sofferenza per la santificazione delle anime e la salvezza del mondo. Mirate ancora il Divin Salvatore Crocifisso! Con le sue parole e con i suoi esempi ha ammaestrato gli uomini, coi suoi miracoli li ha beneficati, ma soprattutto è stato con la sua Passione e la sua Croce che ha salvato il mondo”.

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VIA CRUCIS MEDITATA - III venerdì di Quaresima
 



Dalla VIA CRUCIS  PRESIEDUTA DAL SANTO PADRE FRANCESCO
Roma, Venerdì Santo - 18 Aprile 2014 - VOLTO DI CRISTO, VOLTO DELL'UOMO


I STAZIONE
- Gesù condannato a morte - Il dito puntato che accusa

TI ADORIAMO CRISTO E TI BENEDICIAMO, PERCHÉ'CON LA TUA SANTA CROCE HAI REDENTO IL MONDO

«.. Ma essi insistevano a gran voce, chiedendo che venisse crocifisso; e le loro grida crescevano. Pilato, allora, decise che la loro richiesta fosse eseguita. Rimise in libertà colui che era stato messo in carcere per rivolta e omicidio e che essi richiedevano e consegnò Gesù al loro volere» (Lc 23,20-25).

La condanna sbrigativa di Gesù raccoglie le facili accuse, i giudizi superficiali tra la gente, le insinuazioni ed i preconcetti che chiudono il cuore e si fanno cultura razzista, di esclusione e di “scarto”. E noi? Sapremo avere una coscienza retta e responsabile, trasparente, che non volga mai le spalle all’innocente, ma si schieri, con coraggio, in difesa dei deboli, resistendo all’ingiustizia e difendendo ovunque la verità violata?

PREGHIERA: Signore Gesù, fa’ che, sostenuti dalla tua grazia, non scartiamo nessuno. Difendici dalle calunnie e dalla menzogna. Aiutaci a cercare sempre la verità, e a stare dalla parte dei deboli, capaci di accompagnare il loro cammino. Amen.  

Santa Madre deh voi fate Che le piaghe del Signore, siano impresse nel mio cuore.


II STAZIONE
- Gesù è caricato della croce - Il pesante legno della crisi

TI ADORIAMO CRISTO E TI BENEDICIAMO, PERCHÉ'CON LA TUA SANTA CROCE HAI REDENTO IL MONDO

«Gesù portò i nostri peccati nel suo corpo, sul legno della croce, perché non vivendo più per il peccato, vivessimo per la giustizia; dalle sue ferite siete stati guariti. (1 Pt 2,24-25).

Pesa quel legno della croce, perché su di esso Gesù porta i peccati di tutti noi. E’ anche il peso di tutte le ingiustizie che hanno prodotto la crisi economica, con le sue gravi conseguenze sociali. Lottiamo insieme vincendo la paura e l’isolamento, ricuperando la stima e cercando di uscire insieme dai problemi. La croce, allora, si farà più leggera, se portata con Gesù e sollevata tutti insieme.

PREGHIERA Signore Gesù provvedi al lavoro che manca. Suscita in noi l’ardore per la giustizia, perché la vita che conduciamo non sia trascinata,ma vissuta in dignità! Amen.

Santa Madre deh voi fate Che le piaghe del Signore, siano impresse nel mio cuore.

IV STAZIONE - Gesù incontra la Madre - Le lacrime solidali

TI ADORIAMO CRISTO E TI BENEDICIAMO, PERCHÉ'CON LA TUA SANTA CROCE HAI REDENTO IL MONDO

«Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: “Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione e anche a te una spada trafiggerà l’anima”» (Lc 2,34-35). «Piangete con quelli che sono nel pianto. Abbiate i medesimi sentimenti, gli uni verso gli altri» (Rm 12,15-16).

Si riempie di stupore il nostro cuore, nel contemplare la grandezza di Maria. Vi sentiamo il lamento straziante delle madri per i loro figli. Mamme vigilanti nella notte, trepidanti per i giovani travolti dalla precarietà o inghiottiti dalla droga e dall’alcol, specie il sabato notte! Ma attorno a Maria, non saremo mai un popolo orfano! Maria offre anche a noi la carezza della sua consolazione materna e ci dice: «Non si turbi il vostro cuore ... non ci sono qui io, che sono tua Madre?» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 286).

PREGHIERA: Ave Madre mia, dammi la tua santa benedizione. Benedici me e tutta la mia casa. Degnati di offrire a Dio quanto oggi ho da fare e patire, in unione dei meriti tuoi e del tuo santissimo Figlio. Ti offro e dedico tutto me stesso e tutte le cose mie al tuo servizio, ponendomi tutto sotto il tuo manto. Amen.

Santa Madre deh voi fate Che le piaghe del Signore, siano impresse nel mio cuore.


V STAZIONE - Gesù è aiutato da Simone di Cirene a portare la Croce

La mano amica che solleva

TI ADORIAMO CRISTO E TI BENEDICIAMO, PERCHÉ'CON LA TUA SANTA CROCE HAI REDENTO IL MONDO

«Costrinsero a portare la sua croce un tale che passava, un certo Simone di Cirene, che veniva dalla campagna, padre di Alessandro e Rufo» (Mc 15,21).

La relazione con gli altri ci risana e genera una fraternità che sa guardare alla grandezza sacra del prossimo, che sa scoprire Dio in ogni essere umano. Solo aprendo il cuore all’amore divino, sono spinto a cercare la felicità degli altri nei tanti gesti del volontariato: una notte in ospedale, un prestito senza interessi, una lacrima asciugata in famiglia, la gratuità sincera, l’impegno lungimirante del bene comune, la condivisione del pane e del lavoro, vincendo ogni forma di gelosia e di invidia. E’ Gesù stesso che ce lo ricorda: «Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, lo avete fatto a me!» (Mt 25,40).

PREGHIERA Signore Gesù, non permettere che il nostro egoismo ci faccia passare oltre, ma aiutaci a versare l’olio della consolazione sulle altrui ferite, per farci leali compagni di strada, senza fughe e senza mai stancarci di scegliere la fraternità. Amen .

Santa Madre deh voi fate Che le piaghe del Signore, siano impresse nel mio cuore.


VII STAZIONE - Gesù cade per la seconda volta - L’angoscia del carcere

TI ADORIAMO CRISTO E TI BENEDICIAMO, PERCHÉ'CON LA TUA SANTA CROCE HAI REDENTO IL MONDO

Mi avevano spinto con forza per farmi cadere, ma il Signore è stato il mio aiuto. Il Signore mi ha castigato duramente, ma non mi ha consegnato alla morte»

Veramente in Gesù si compiono le antiche profezie del Servo umile e obbediente, che prende sulle sue spalle tutta la nostra storia di dolore. Riconosciamo in Lui l’amara esperienza dei detenuti di ogni carcere, con tutte le sue disumane contraddizioni. Il carcere, oggi, è ancora troppo tenuto lontano, dimenticato, ripudiato dalla società civile. «Ero in carcere e siete venuti a trovarmi» (Mt 25,36). In ogni carcere, accanto ad ogni uomo, c’è sempre Lui, il Cristo sofferente, carcerato e torturato. Anche se provati duramente, è Lui il nostro aiuto, per non essere consegnati alla paura

PREGHIERA Signore Gesù,concedici di non fuggire dalle nostre responsabilità, donaci di abitare nella tua umiliazione al sicuro da ogni pretesa di onnipotenza per rinascere a vita nuova come creature fatte per il Cielo. Amen.

Santa Madre deh voi fate Che le piaghe del Signore, siano impresse nel mio cuore.


VIII STAZIONE - Gesù incontra le donne di Gerusalemme

Condivisione e non commiserazione

TI ADORIAMO CRISTO E TI BENEDICIAMO, PERCHÉ'CON LA TUA SANTA CROCE HAI REDENTO IL MONDO

«Figlie di Gerusalemme, non piangete per me, ma piangete per voi stesse e per i vostri figli»(Lc 23,28).

Piangiamo su noi stessi se ancora non crediamo in quel Gesù che ci ha annunciato il Regno della salvezza. Piangiamo sui nostri peccati non confessati. E ancora, piangiamo su quegli uomini che scaricano sulle donne la violenza che hanno dentro. Piangiamo sulle donne schiavizzate dalla paura e dallo sfruttamento. Ma non basta battersi il petto e provare compassione. Gesù è più esigente. Le donne vanno rassicurate come fece Lui, vanno amate come un dono inviolabile per tutta l’umanità. Per la crescita dei nostri figli, in dignità e speranza.

PREGHIERA Signore Gesù, ferma la mano di chi percuote le donne! apri il nostro cuore alla condivisione di ogni dolore, in sincerità e fedeltà, oltre la naturale compassione, per renderci strumenti di vera liberazione. Amen.

Santa Madre deh voi fate Che le piaghe del Signore, siano impresse nel mio cuore.


X STAZIONE - Gesù è spogliato delle vesti - L’unità e la dignità

TI ADORIAMO CRISTO E TI BENEDICIAMO, PERCHÉ'CON LA TUA SANTA CROCE HAI REDENTO IL MONDO

«I soldati, poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero i suoi vestiti e ne fecero quattro parti, una per ciascun soldato e la tunica. (Gv 19,23).

Neanche un pezzetto di stoffa lasciarono che coprisse il corpo di Gesù. Lo denudarono come atto di estrema umiliazione. In Gesù, innocente, denudato e torturato, riconosciamo la dignità violata di tutti gli innocenti, specialmente dei piccoli. Dio non ha impedito che il suo corpo, spogliato, fosse esposto sulla croce..

PREGHIERA Signore Gesù, togli dal nostro petto il cuore di pietra delle divisioni, che rendono poco credibile la tua Chiesa. Donaci un cuore nuovo ed uno spirito nuovo, per vivere secondo i tuoi precetti ed osservare e mettere in pratica le tue leggi. Amen.

Santa Madre deh voi fate Che le piaghe del Signore, siano impresse nel mio cuore.


XI STAZIONE - Gesù è crocifisso - Al letto degli ammalati

TI ADORIAMO CRISTO E TI BENEDICIAMO, PERCHÉ'CON LA TUA SANTA CROCE HAI REDENTO IL MONDO

«Poi lo crocifissero e si spartirono i suo vestiti, tirando a sorte su di essi ciò che ognuno avrebbe preso. Erano le nove del mattino, quando lo crocifissero. La scritta con il motivo della sua condanna diceva: “Il re dei Giudei!”. Con lui crocifissero anche due banditi, uno a destra ed uno alla sua sinistra.”» (Mc 15,24).

Anche oggi, come Gesù, molti nostri fratelli e sorelle sono inchiodati ad un letto di dolore, negli ospedali, nelle case di riposo, nelle nostre famiglie. E’ il tempo della prova. Quando qualcuno prende su di sé le nostre infermità, per amore, anche la notte del dolore si apre alla luce pasquale del Cristo crocifisso e risorto.

PREGHIERA Signore Gesù, non stare lontano da me, siediti sul mio letto di dolore e fammi compagnia. Non mi lasciare solo, stendi la tua mano e sollevami! Io credo che Tu sei l’Amore, e credo che la tua volontà è l’espressione del tuo Amore; perciò mi affido alla tua volontà, perché mi affido al tuo Amore. Amen.

Santa Madre deh voi fate Che le piaghe del Signore, siano impresse nel mio cuore.


XII STAZIONE - Gesù muore in croce - Il gemito delle sette parole

TI ADORIAMO CRISTO E TI BENEDICIAMO, PERCHÉ'CON LA TUA SANTA CROCE HAI REDENTO IL MONDO

«Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: “Ho sete”. Vi era lì un vaso pieno di aceto: posero perciò una spugna imbevuta di aceto in cima ad una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse. “E’ compiuto!”. E chinato il capo, consegnò lo spirito» (Gv 19,28-30).

Le sette parole di Gesù sulla croce sono la speranza. Gesù attraversa tutto il buio della notte, per abbandonarsi, fiducioso, nelle braccia del Padre.

«Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?» (Mt 27,46): Parola eterna incarnata per amore; «Ricordati di me…» (Lc 23,42): l’invocazione fraterna del malfattore; «Donna, ecco tuo figlio!…» (Gv 19,26): Maria, che con Giovanni stava sotto la croce, a spezzare la paura; «Ho sete» (Gv 19,28): è la sete di tutti gli assetati di vita, di libertà, di giustizia; «E’ compiuto!» (Gv 19,30): nulla è andato sprecato. Nulla gettato via. Tutto è diventato amore; «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno» (Lc 23,34):il perdono rinnova, risana, trasforma e consola! Crea un popolo nuovo. Ferma le guerre; «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito» (Lc 23,46): non più la disperazione del nulla, ma fiducia piena nelle sue mani di Padre.

PREGHIERA O Dio, che nella passione del Cristo nostro Signore ci hai liberato dalla morte rinnovaci ad immagine del tuo Figlio. Per Cristo nostro Signore. Amen.

Santa Madre deh voi fate Che le piaghe del Signore, siano impresse nel mio cuore.


XIV^ STAZIONE - Gesù è posto nel sepolcro  - Il giardino nuovo

TI ADORIAMO CRISTO E TI BENEDICIAMO, PERCHÉ'CON LA TUA SANTA CROCE HAI REDENTO IL MONDO

«Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino vi era un sepolcro nuovo, in cui nessuno era stato ancora deposto. Là deposero Gesù» (Gv 19,41).

Quel giardino in cui si trova la tomba, dove viene sepolto Gesù, ricorda un altro giardino: quello dell’Eden. I rami selvatici che ci impediscono di respirare la volontà di Dio, come l’attaccamento al denaro, alla superbia, allo spreco della vita, vanno tagliati e innestati ora al legno della Croce. E’ questo il nuovo giardino: la croce impiantata nella terra!

Il velo del tempio è squarciato. Finalmente vediamo il volto del nostro Signore. E conosciamo in pienezza il suo nome: misericordia e fedeltà, per non restare mai confusi, nemmeno davanti alla morte, perché il Figlio di Dio fu libero in mezzo ai morti(cfr Sal 88,6 Vulg.).

PREGHIERA Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio. Tu sei la mia parte di eredità e mio calice,  nelle tue mani è la mia vita. Ti pongo sempre davanti a me, come mio Signore,stai alla mia destra, non potrò vacillare. Amen. (cfr Sal 15)

Santa Madre deh voi fate Che le piaghe del Signore, siano impresse nel mio cuore.

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VIA CRUCIS MEDITATA - I e II venerdì di Quaresima
 

 

I stazione: Gesù è condannato a morte

Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo, perché'con la tua santa croce hai redento il mondo. 

Vangelo secondo Marco (Mc 15,12-15)
"Pilato replicò: «Che cosa farò dunque di quello che voi chiamate il re dei Giudei?». Ed essi di nuovo gridarono: «Crocifiggilo!». Ma Pilato diceva loro: «Che male ha fatto?». Allora essi gridarono più forte: «Crocifiggilo!». E Pilato, volendo dare soddisfazione alla moltitudine, rilasciò loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso."

PAUSA DI SILENZIO

Signore Gesù aiutami, perché la mia vita non sia un continuo "lavarmi le mani", uno scappare dalle situazioni e dalle persone scomode, ma anzi insegnami a sporcarmi le mani, ad assumermi le mie responsabilità, a vivere ciò che mi chiedi qui ed ora, nella mia famiglia, nel lavoro, nei rapporti, senza voler sempre fuggire lontano.

Padre Nostro Ave Maria. Gloria al Padre.


II stazione: Gesù è caricato della croce

Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo, perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Vangelo secondo Matteo (Mt 27,31)
"Dopo averlo così schernito, lo spogliarono del mantello, gli fecero indossare i suoi vestiti e lo portarono via per crocifiggerlo."

Portare la croce non è semplice, Signore, e tu Io sai bene. Tante volte mi capita di ribellarmi davanti alla croce, di ribellarmi davanti all'ingiustizia, di ribellarmi quando le cose non vanno come ho deciso io. Signore Gesù, tu hai saputo accogliere la croce con amore, donami il Tuo cuore docile e fiducioso. Ti consegno ora tutte quelle situazioni che non sono andate come avevo programmato io e le accolgo insieme a Te.

Padre Nostro Ave Maria. Gloria al Padre.


III stazione: Gesù cade la prima volta

Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo, perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Libro del Profeta Isaia (Is 53,1-5) "
Egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori... Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità."

Ti chiedo perdono, Signore, per tutte le volte che ti ho fatto soffrire. In un momento di silenzio ti consegno tutto ciò che ancora mi pesa, i momenti di caduta e le persone che ho ferito.

Padre Nostro Ave Maria. Gloria al Padre.


IV stazione: Gesù incontra la sua Santissima Madre

Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo, perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Vangelo secondo Luca (Lc 2, 34-35)
 "Simone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: «Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l'anima»."

Quanto è importante l'amore di una madre per il proprio figlio. La tenerezza di Dio è proprio quello di un amore materno, che ti guarda, ti cura e ti protegge. Grazie Gesù per la maternità che hai messo nel cuore di ogni donna, vogliamo affidarti tutte quelle mamme che hanno il cuore trafitto, in particolare tutte quelle che soffrono per la perdita di un figlio.

Padre Nostro Ave Maria. Gloria al Padre.


V stazione: Gesù aiutato dal Cireneo

Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo, perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Vangelo secondo Luca (Lc 23,26)
"Mentre lo conducevano via, presero un certo Simone di Cirene che veniva dalla campagna e gli misero addosso la croce da portare dietro a Gesù."

Signore, grazie per tutti coloro che hanno il coraggio di prendere il peso di qualcuno che soffre. Spesso chi è oppresso da pesi insopportabili ha solo bisogno di essere ascoltato. Apri le mie orecchie e il mio cuore all'ascolto e rendilo pieno di preghiera.

Padre Nostro Ave Maria. Gloria al Padre.


VI stazione: Gesù incontra la Veronica

Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo, perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Dal Libro del Profeta Isaia (Is 52, 2-3)
"Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi... Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia."

Quanti volti ho già incontrato nella mia vita. Signore, Ti ringrazio, perché mi hai amato così tanto, da donarmi persone che si prendessero cura di me gratuitamente. Oggi anch'io, come la Veronica voglio andare ad asciugare tanti volti, ad aiutare i fratelli, ma soprattutto aiutami a rendere ogni incontro speciale, ché io possa, attraverso l'altro, vedere Te.

Padre Nostro Ave Maria. Gloria al Padre.


VII stazione: Gesù cade la seconda volta

Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo, perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Dalla prima lettera di San Pietro apostolo (2,22-24)
"Egli non commise peccato e non si trovò inganno sulla sua bocca, oltraggiato non rispondeva con oltraggi, e soffrendo non minacciava vendetta, ma rimetteva la sua causa a colui che giudica con giustizia. Egli portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce, perché non vivendo più per il peccato, vivessimo per la giustizia."

Signore Gesù dopo ogni ricaduta, aiutami ad invocare l'aiuto dello Spirito Santo, perché mi prenda per mano e mi risollevi ancora una volta. Con la fiducia di un bambino voglio abbandonarmi a Te e insieme a Te voglio ricominciare sempre con speranza e forza di volontà.

Padre Nostro Ave Maria. Gloria al Padre.


VIII stazione: Gesù incontra le pie donne

Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo, perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Vangelo secondo Luca (Lc 23,27-29)
"Lo seguiva una gran folla di popolo e di donne che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù voltandosi verso le donne, disse: «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: beate le sterili e i grembi che non hanno generato e le mammelle che non hanno allattato»"

Quanta grazia, Signore, hai profuso nel mondo attraverso le donne: per molti secoli sono state considerate poco più di niente, ma Tu già duemila anni fa hai attribuito loro la stessa dignità degli uomini. Ti prego, perché ogni donna comprenda quanto è preziosa ai Tuoi occhi, trascorra più tempo a curare la sua bellezza interiore che quella esteriore.

Padre Nostro Ave Maria. Gloria al Padre.


IX stazione: Gesù cade la terza volta

Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo, perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Dal Libro del Profeta Isaia (Is 53,7-12)
 "Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì bocca; era come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e non aprì la sua bocca. Egli ha consegnato se stesso alla morte ed é stato annoverato fra gli empi, mentre egli portava il peccato di molti e intercedeva per i peccatori."

Compiere la Tua volontà non è sempre facile. Tu chiedi molto all'uomo, perché sai che può dare tanto; non gli dai mai una croce che egli non sia in grado di portare. La gratuità del perdono superi la mia disperazione e non mi faccia arrendere: ché io abbia sempre chiara la meta, cioè correre verso di Te a braccia aperte.

Padre Nostro Ave Maria. Gloria al Padre.


X stazione: Gesù è spogliato e abbeverato di fiele

Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo, perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Vangelo secondo Giovanni (Gv 19,23-24)
 "I soldati poi..., Presero le sue vesti e ne fecero quattro parti, una per ciascun soldato, e la tunica. Ora quella tunica era senza cucitura, tessuta tutta d'un pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra loro: Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca."

Signore, non farmi diventare come quei soldati che si spartirono le Tue vesti e tirarono a sorte per ottenere la tua tunica, ma aiutami a lottare perché ciascun essere umano possa sentirsi realmente tale, e perché, con i miei atteggiamenti non prevarichi sugli altri.

Padre Nostro Ave Maria. Gloria al Padre.


XI stazione: Gesù è inchiodato alla croce

Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo, perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Vangelo secondo Luca (Lc 23,33-34)
 "Quando giunsero al luogo detto Cranio, là crocifissero lui e i due malfattori, uno a destra e l'altro a sinistra. Gesù diceva: «Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno»."

Ti ringrazio Gesù per il Tuo amore senza Misura. Chi sarei oggi se Tu non mi avessi salvato? Per ogni volta che scelgo il male, perdonami Signore. Per ogni volta che mi arrabbio e non perdono, perdonami Signore. Per ogni volta che non ho fiducia in Te, perdonami Signore. Per ogni volta che giudico e critico, perdonami Signore. Per ogni volta che sono sporco e negativo nei pensieri, perdonami Signore. Per ogni volta che mi lascio dominare dalla paura, perdonami Signore. Per ogni indifferenza verso gli altri, perdonami Signore. Per ogni egoismo, perdonami Signore. Per ogni volta che cerco me stesso invece che Te, perdonami Signore.

Padre Nostro Ave Maria. Gloria al Padre.


XII stazione: Gesù muore in croce

Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo, perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Vangelo secondo Giovanni (Gv 19,26-30)
 "Gesù vide sua madre e, accanto a lei il discepolo preferito. Allora disse a sua madre: «Donna, ecco tuo figlio». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre». Da quel momento il discepolo la prese a casa sua. Sapendo che ogni cosa era stata ormai compiuta, disse, per adempiere la scrittura: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno d'aceto; posero perciò una spugna imbevuta d'aceto in cima ad una canna e gliela accostarono alla bocca. E, dopo aver ricevuto l'aceto, Gesù disse: «Tutto é compiuto!». E, chinato il capo, emise lo spirito."

CI SI INGINOCCHIA IN UN LUNGO MOMENTO DI SILENZIO

Padre Nostro Ave Maria. Gloria al Padre.


XIV stazione: Gesù è deposto dalla croce

Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo, perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Vangelo secondo Marco (Mc 15,43-46)
 "Giuseppe di Arimatea, membro autorevole del sinedrio, che aspettava anche lui il regno di Dio, andò coraggiosamente da Pilato per chiedere il corpo di Gesù. Pilato si meravigliò che fosse già morto e, chiamato il centurione, lo interrogò se fosse' morto da tempo. Informato dal centurione, concesse la salma a Giuseppe. Egli, allora, comprato un lenzuolo, lo calò giù dalla croce e, avvoltolo nel lenzuolo, lo depose in un sepolcro scavato nella roccia."

La tua morte, o Signore, ha portato eventi disastrosi: la terra ha tremato, le pietre si sono spaccate, i sepolcri aperti, il velo del tempio squarciato. Nei momenti in cui non sento la Tua voce, nei momenti in cui penso di essere rimasto solo, riportami, o Maestro, a quel Venerdì Santo, quando tutto sembrava perduto, quando tardi il centurione riconobbe la Tua appartenenza al Padre. In quei momenti possa il mio cuore non chiudersi all'amore e alla speranza e la mia mente ricordare che ogni Venerdì Santo ha la sua Pasqua di Resurrezione.

Padre Nostro Ave Maria. Gloria al Padre.


XIV stazione: Gesù è posto nel sepolcro

Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo, perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Vangelo secondo Giovanni (Gv 19,41-42)
 "Nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora deposto. Là dunque deposero Gesù."

Quanta pace e serenità mi ha sempre ispirato il sepolcro in cui il Tuo corpo è stato deposto! Non ho mai avuto paura di quel posto, perché sapevo che era solo temporaneo ... come tutti i luoghi della terra, nei quali noi siamo solo di passaggio. Nonostante le tante difficoltà, le mille paure, le incertezze, ogni giorno mi stupisco di quanto sia bello vivere. E se già questa vita terrena mi rende felice, quanto grande sarà la felicità nel Regno dei Cieli! Signore, possa il mio operato essere tutto a Tua gloria, in attesa dell'eternità.

Padre Nostro Ave Maria. Gloria al Padre.  

Preghiera finale 

Ti adoro, o Croce Santa, che fosti ornata del Corpo Sacratissimo del mio Signore,
 
coperta e tinta del Suo Preziosissimo Sangue. 
Ti adoro, mio Dio, posto in croce per me. 
Ti adoro, o Croce Santa
per amore di Colui che è il mio Signore. Amen.

Il logo scelto per identificare le diverse attività del nuovo santuario intitolato alla Santissima Trinità Misericordia esprime, con una semplice immagine, la profondità del mistero a cui fa riferimento.

IL TRIANGOLO AZZURRO

Il triangolo azzurro che fa da sfondo. Si tratta di uno dei simboli classici della Trinità: il triangolo equilatero vuole rappresentare le Tre Persone uguali e distinte, il Padre, il Figlio, lo Spirito Santo. In questo caso le linee non sono rette, ma leggermente arcuate, quasi ad esprimere l’armonia infinita e la “tenerezza” di relazione tra le Tre Persone.
L’azzurro è il colore del cielo, del nostro tempo storico che viene “squarciato” dall’irrompere della luce eterna (vedi il grido profetico di Isaia: “Se tu squarciassi i cieli e scendessi!” - Is 63,19). Come scrive l’apostolo Giovanni: “Dio è luce e in lui non c’è tenebra alcuna” (1Gv 1,5); ma questa luce

non è rimasta nascosta, è entrata nel nostro tempo: “Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. […] E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità” (Gv 1,9.14). Nel grembo immacolato di Maria l’eterno ha preso un volto, l’Invisibile si è fatto visibile (cfr. 1Gv 1,1-3).
Questo triangolo ha anche la forma di una mitra episcopale. La porta della Trinità Misericordia è solo la Chiesa. Il Signore irrompe nel tempo al di là del tempo, ma oggi rimane nel tempo attraverso la Chiesa. Quella mitra dice ancora una volta che il Signore ha bisogno della creatura, di quella Chiesa che è scaturita dal suo amore.

LA SCRITTA BLU

La scritta blu “Santissima Trinità Misericordia”, che accompagna il triangolo, identifica senza lasciare dubbi il soggetto a cui ci si riferisce: si tratta del mistero di Dio, così come lo ha rivelato Gesù (vedi in modo particolare il vangelo di s. Giovanni).
Occorre notare che non si tratta della Santissima Trinità “misericordiosa” (come aggettivo: indicherebbe così un modo di agire di Dio) e neppure solo della “Divina Misericordia” (l’amore di Dio). Misericordia non è solo un aggettivo: è il Nome. Quando parliamo di “Padre, Figlio e Spirito Santo”, cioè quando parliamo della Santissima Trinità, noi affermiamo che essa ha un Nome preciso, e questo è appunto “Misericordia”.
Il Dio-Amore (1Gv 4,8) che ha creato il mondo in un gesto di Carità infinita, manifesta la sua essenza nel “chinarsi” sull’uomo peccatore: questa è la “Misericordia”, cioè l’essere stesso di Dio rivelato in Cristo (e non solo una generica “benevolenza” verso noi poveri uomini, fragili e lontani da Lui).

LA CROCE

La Croce al centro del disegno indica chiaramente il Signore Gesù, che nella sua Pasqua ha rivelato il volto della Trinità. San Paolo afferma: “Io ritenni di non sapere altro in mezzo a voi se non Gesù Cristo, e Cristo crocifisso” (1Cor 2,2). È il Crocifisso-Risorto dai morti, che ci svela il mistero della  Misericordia, il mistero di Dio. Parlando di Gesù in croce, san Giovanni scrive che “volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto” (Gv 19,37) e Gesù stesso aveva detto: “Io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me” (Gv 12,32). Solo a partire dalla concreta umanità di Cristo, obbediente e offerente, possiamo “entrare” nella vita dell’Eterno.

IL CUORE ROSSO

La Croce è avvolta da un Cuore rosso, simbolo dello Spirito Santo, che dal dono del Crocifisso viene effuso: “Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse:
“E’ compiuto!”. E, chinato il capo, consegnò lo spirito
”, scrive san Giovanni di Gesù che muore (Gv 19,30). Dal dono del Figlio, che si consegna nell’amore del Padre e per il bene dell’umanità, scaturisce la fonte nuova della salvezza, la vita stessa della Trinità, che è lo Spirito. Per questo il credente riceve lo Spirito, per essere nuova creatura: “Se qualcuno ha sete, venga a me, e beva chi crede in me. Come dice la Scrittura: Dal suo grembo sgorgheranno fiumi di acqua viva. Questo egli disse dello Spirito che avrebbero ricevuto i credenti in lui.” (Gv 7,37-38).
Il cuore è un simbolo dell’amore ed è generalmente attribuito a Gesù (vedi la spiritualità del Sacro Cuore); Gesù stesso ha detto: “Imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita” (Mt 11,29). Ma il vero “cuore” di Gesù è lo Spirito, cioè l’Amore eterno che lega il Padre al Figlio nella reciproca donazione, per il bene e la salvezza del mondo intero.

L’EUCARISTIA

Al centro della Croce c’è l’Eucaristia, nel simbolo tradizionale “JHS” (“Jesus Hominum Salvator”: Gesù Salvatore degli uomini). Dove oggi, in modo tutto particolare, possiamo incontrare il mistero della Santissima Trinità Misericordia? Proprio nell’Eucaristia, lì dove il Padre continua a donare il Figlio, e il Figlio risponde al Padre donandosi a Lui per mezzo dello Spirito, perché tutti abbiano la vita nuova ed eterna.
Nel discorso a Cafarnao Gesù dice: “Sono disceso dal cielo […] per fare la volontà di colui che mi ha mandato […] che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna […] Questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo. […] Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. […] Chi mangia questo pane vivrà in eterno” (Gv 6,26-58).
L’Eucaristia nasce dentro all’esperienza di fede della Chiesa, comunità redenta da Cristo.
“La Chiesa fa (celebra) l’Eucaristia”, attraverso il ministero dei sacerdoti, dono unico e insostituibile della Misericordia; essi obbediscono al comando di Gesù: “fate questo in memoria di me” (Lc 22,19), perché “l’Eucaristia fa (edifica) la Chiesa”, cioè la plasma, la fa vivere come suo Corpo, come Sposa amata (cfr. Ef, 5,29-32).

IL COLORE AZZURRO

Il colore azzurro del triangolo richiama ancora un altro significato simbolico, perché è il colore tradizionalmente attributo alla Vergine Immacolata.
Maria è dono della Santissima Trinità Misericordia perché, nel suo essere Immacolata, ci mostra quale fosse fin dall’eternità il progetto di Dio sull’uomo. Scrive san Paolo: “Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità” (Ef 1,3-4).
Inoltre, nella sua Assunzione gloriosa, Maria ci mostra il destino al quale siamo chiamati in Cristo. “In lui (Cristo) siamo stati fatti anche eredi, predestinati – secondo il progetto di colui che tutto opera secondo la sua volontà – a essere lode della sua gloria” (Ef 1,11). Maria dunque, figlia del Padre, madre del Figlio, sposa dello Spirito, tempio della Trinità, porta della Misericordia, accompagna il credente nel suo cammino di santificazione trinitaria.

CONCLUSIONE

Il libro dell’Apocalisse, nell’ultimo capitolo dell’intera Bibbia, scrive: “Mi mostrò un fiume di acqua viva, limpido come cristallo, che scaturiva dal trono di Dio e dell’Agnello” (Ap 22,1). Nell’immagine del trono su cui sta assiso Dio e l’Agnello (Cristo crocifisso e risorto) e da cui scaturisce l’acqua della salvezza (che fa crescere “un albero di vita che dà frutti dodici volte all’anno, portando frutti ogni mese; le foglie dell’albero servono a guarire le nazioni” – Ap 22,2) san Giovanni indica la vita stessa della Trinità.
A questo fiume di grazia, che è la Santissima Trinità Misericordia infinita, affidiamo dunque tutta la nostra vita, da Lei scaturita e verso di Lei diretta.


Parrocchia Santa Maria Assunta

Santuario Santissima Trinità Misericordia


27 Novembre 2019



Nel nono anniversario dell’attribuzione alla Chiesa Parrocchiale di Maccio

della qualifica di SANTUARIO DIOCESANO intitolato alla

SANTISSIMA TRINITA’ MISERICORDIA:


SANTA MESSA SOLENNE


presiede Mons. Oscar Cantoni,
Vescovo della Diocesi di Como



OMELIA:

«Volgeranno lo sguardo a Colui che hanno trafitto. Il santo popolo di Dio ha sempre un buon fiuto per accorrere là dove si sente attratto dalla grazia divina e per riconoscere i luoghi dove Dio Trinità si rivela particolarmente, nella gratuità del suo amore. Il santuario di Maccio è un luogo santo, un ambiente privilegiato della misericordia divina. Dal trono di gloria che è la Croce discende verso tutti coloro che riconoscono in essa la presenza viva  del Cristo, crocifisso e risorto, un effluvio di grazia, che ci apre alla pienezza dei doni del Padre e ci rinforza mediante lo Spirito santificatore. Lo attestano i  segni di conversione di tante persone, che in questo luogo si sentono visitate da Dio e sperimentano la ricchezza e l’abbondanza della Misericordia, attributo centrale della Santissima Trinità. ( o per dirla con Papa Francesco  il nome di Dio è Misericordia che è più che un attributo). Lo conferma il numero non comune di vocazioni alla vita consacrata e al ministero ordinato, che in questi anni hanno attinto da questo luogo speciale lo slancio generoso per la loro donazione al Signore. Lo manifestano i segni sensibili, quali l’acqua battesimale, scaturita dalla roccia dell’altare che è Cristo, sorgente di vita nuova. Fenomeni questi che la prudenza e la saggezza della Chiesa sta vagliando attentamente in questi mesi, per una interpretazione certa di questa realtà così benefica e apportatrice di grazie. Perciò questa sera il primo atteggiamento che dobbiamo manifestare è un vivo ringraziamento a Dio Trinità, che qui manifesta la sua piena identità, troppe volte ignorata anche dal popolo cristiano.

Solo volgendo lo sguardo verso Colui che hanno trafitto possiamo riconoscere, attraverso di esso, il volto misericordioso e compassionevole del Padre, che nello Spirito santo genera in noi sentimenti filiali verso Dio padre e ci aiuta a relazionarci tra noi, nella santa Chiesa, da veri fratelli.

Dall’alto della croce, Gesù grida: “ho sete”. Esprime, questo grido, il profondo desiderio di Gesù di raggiungere gli uomini suoi fratelli per distribuire loro i tesori della sua grazia. È più forte in Gesù l’ardente bramosia di raggiungere con il suo amore gli uomini, che in essi la gratitudine di essere cercati e desiderati dalla grazia! A volte il nostro cuore non sa o non vuole sentirsi accolto, si rifiuta di rispondere agli appelli di Dio, non si commuove per il fatto di essere atteso e chiamato per nome da Colui che ci ama e ci conosce nel profondo.

Tutti insieme, come Chiesa di Como, dovremmo sentirci dei privilegiati per la ricchezza d’amore, di compassione e di misericordia che Dio continua a riversare su di noi a partire da questo luogo santo… Come vorrei che il prossimo Sinodo, che il Signore ha fortemente voluto, fosse riconosciuto come una grande opportunità e vissuto da noi, convinti e determinati, e non come un gravoso compito in più da assolvere! Esso è piuttosto una occasione favorevole e particolare per i doni che il Signore stesso ha promesso e che da esso potrebbero scaturire. Vogliamo credere in uno speciale soccorso della Trinità perché il cammino sinodale germini un vero rinnovamento personale ed ecclesiale, fondato non tanto sulle strutture o su progetti umani, ma sul grande desiderio di corrispondere a quello che il Signore vuole e desidera dalla sua Chiesa nell’oggi del nostro tempo.

Prima di tutto rimettere Dio stesso al centro della nostra vita quale fondamento per tutte le scelte che poi, a imitazione del Figlio, andremo ad operare nel Suo nome, nella nostra vita quotidiana, a beneficio dei fratelli e quindi della nostra stessa vita. Questo deve essere il cuore e il fine del nostro Sinodo, l’elemento da cui prende le mosse. “Senza di Me non potete fare nulla” ha detto il Nostro Maestro e Signore. E solo la preghiera, in cui Dio Trinità è il centro ci rimette in questa dinamica di dialogo e azione in suo Nome. Come faceva Gesù Stesso, perché non facciamo la nostra volontà, ma la volontà di Colui che ci manda.

Chiediamo perdono, quindi, per la debolezza della nostra fede. Essa è sì dono di Dio, ma chiede un nostro personale coinvolgimento, perché la nostra libertà possa concordare e aderire ai disegni di Dio.

Non dimentichiamo poi i giorni vissuti quest’anno mediante la memorabile peregrinatio Mariae, quando l’immagine della Madre di Dio e nostra, da Gallivaggio, santuario della Misericordia, miracolosamente preservato dalla distruzione certa, ha sostato in questo tempio.

Tutto è cominciato lì nell’agire della Misericordia nella nostra Chiesa. E Maria si è fatta una di noi, nostra sorella, compagna di viaggio. Senza la corona sul capo, ha pregato con noi e soprattutto per noi il Cristo suo Figlio ed eleva perennemente la sua potente intercessione presso la SS. Trinità.

Ella continua ad accompagnarci nel nostro cammino di fede, ci sostiene negli attacchi del nemico e soprattutto si mostra madre della Misericordia. Invochiamo Maria, lei che è al centro, il dono più grande dopo l’Incarnazione del Verbo, fatto a noi dalla  santissima Trinità Misericordia Infinita.

O Maria, tutta Santa, Immacolata, Vergine, Regina Assunta in Cielo guardaci, ascoltaci ed intercedi per noi! Santissima Trinità, Misericordia Infinita, noi confidiamo e speriamo in Te!


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